Nell’operazione sono stati impiegati oltre 400 militari, 210 gli indagati 210 gli indagati
Prato – Dalle prime luci dell’alba, oltre 400 militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo otto misure cautelari disposte dal locale Tribunale, sette persone sottoposte agli arresti domiciliari ed una all’obbligo di dimora, nonché 142 perquisizioni locali e personali.
Quella di stamattina è la conclusione di una complessa operazione di polizia giudiziaria, che ha consentito di far emergere le attività illecite di sette studi professionali che si occupano di gestione della contabilità e consulenza del lavoro per conto di aziende che sfruttavano il lavoro di cittadini cinesi.
Gli studi professionali fornivano alle aziende coinvolte i meccanismi di “schermatura” fornendo prestanome che manlevavano i titolari effettivi, da responsabilità amministrative e fiscali, dall’acquisto irregolare di materie prime, dallo sfruttamento dei lavoratori e dal riciclaggio dei guadagni illeciti.
Le aziende, con titolari cinesi, erano quanìsi tutti ditte individuali che duravano al massimo tre anni, le cosiddette “ditte apri e chiudi”, che cambiavano partita iva mantenendo però lka stessa sede, i medesimi macchinari e gli stessi lavoratori. I prestanome erano spesso i dipendenti dell’azienda.
Tra gli otto destinatari di misure cautelari, cinque italiani e tre di origine cinese, sono ricompresi due consulenti del lavoro ed un commercialista, che saranno segnalati – per i provvedimenti di competenza – ai rispettivi Ordini professionali.
In totale sono 210 le persone indagate (193 di origine cinese e 17 italiani): 10 sono titolari/soci e 19 dipendenti di studi professionali mentre 181 sono gli individui di nazionalità cinese che hanno indebitamente fruito del rinnovo del permesso di soggiorno (52 imprenditori occulti, 46 prestanome ed 83 lavoratori fittiziamente assunti da ditte fantasma).
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