Il giudice ha firmato le misure cautelari emesse per gli stessi indagati nell’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti
Genova – Secondo gli avvocati, il Gup Paola Faggioni non può decidere se rinviare a giudizio gli imputati del processo sul crollo del viadotto Polcevera visto che nel 2019 aveva firmato l’ordinanza delle misure cautelari per Castellucci e altri indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose.
Il giudice Faggioni, sostengono i legali, in quel provvedimento ha espresso una valutazione anche sul complessivo quadro emerso dalle indagini, svolgendo considerazioni anche sui fatti relativi all’inchiesta principale.
Ora il magistrato potrà andare avanti con le udienze fino a che la Corte d’appello di Genova non deciderà se accogliere o meno la ricusazione.
In caso di accoglimento il Gup dovrà essere cambiato, ma gli atti senza valenza di prova resterebbero validi.
Dopo il crollo la guardia di finanza aveva avviato indagini anche sui falsi report dello stato di salute dei viadotti liguri, sulle barriere fonoassorbenti pericolose e sulle gallerie: nel registro degli indagati i nomi sono sempre gli stessi, e cioè gli ex vertici di Aspi e Spea, quest’ultima la società controllata di Autostrade che si occupava delle manutenzioni e delle ispezioni.
L’udienza preliminare sul crollo inizierà venerdì, nella tensostruttura all’interno del tribunale per rispettare le norme anti Covid. Sono 59 gli imputati, oltre alle due società Aspi e Spea.
Le accuse, a vario titolo, sono di crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, falso, omissione d’atti d’ufficio e rimozione dolosa di dispositivi per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Secondo la procura gli allora vertici di Autostrade avrebbero risparmiato sulle manutenzioni per ottenere maggiori profitti, falsificando i report sullo stato di salute del viadotto Polcevera.
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