I decessi dei lavoratori risalivano ai primi anni Novanta
Taranto – La Corte d’appello di Lecce ha riconosciuto nei confronti di 2 ex dirigenti dello stabilimento ex-Ilva di Taranto il reato di omicidio colposo per la morte di sei lavoratori per mesotelioma pleurico.
Lo rende noto oggi, in una nota, la Fiom Cgil di Taranto che nel processo era parte civile. I decessi dei lavoratori risalgono ai primi anni Novanta.
Per tre capi di imputazione, relativi ad altrettanti lavoratori deceduti per mesotelioma pleurico, è stata dichiarata la prescrizione come causa di estinzione del reato contestato.
La sentenza è arrivata il 19 ottobre scorso.
“Oltre all’innegabile valenza giuridica della sentenza, vi è da segnalare come la stessa ponga di assoluta attualità il tema della tutela della salute dei lavoratori (circa 13.000 tra diretti e appalto) che per vivere hanno bisogno di lavorare entrando quotidianamente nello stabilimento siderurgico tarantino”, sostiene la Fiom Cgil.
“Sono di evidenza assoluta la pericolosità e i rischi ai quali i lavoratori sono esposti venendo a contatto con diverse sostanze nocive e di come la presenza di amianto rappresenti un elemento di alta criticità nella vita lavorativa”, prosegue il sindacato. “Chiederemo un incontro all’attuale gestione di Acciaierie d’Italia per monitorare il piano di rimozione dell’amianto all’interno dello stabilimento siderurgico”, conclude la Fiom aggiungendo un appello al governo Draghi e “in particolare al ministro Orlando, che affronti seriamente il tema della sicurezza del lavoro e proprio nella fase in cui si sta discutendo di riforma delle pensioni si apra ad una vera discussione con le parti sociali sui lavori usuranti e gravosi”.
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