Milano, cori fascisti e offese agli ebrei su Zoom: la Polizia perquisisce 8 persone

Questa mattina, la Polizia di Stato, al termine di un’attività investigativa coordinata dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano ha eseguito 8 decreti di perquisizione
nei confronti di altrettanti soggetti indagati per accesso abusivo a un sistema informatico, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa.

Le perquisizioni, sono state effettuate dai poliziotti delle DIGOS di Bari, Bologna, Brescia, Palermo, Roma, Torino, Trapani e Treviso.
L’indagine trae spunto da un duplice accesso abusivo alla piattaforma Zoom: il primo episodio è accaduto la sera 26 gennaio 2021, quando, in occasione della Giornata della Memoria, l’Associazione Italia Israele di Venezia ha organizzato un convegno in diretta streaming, intitolato “Eludere il significato della Shoah: memoria collettiva e razionalità sociale. L’olocausto come espressione della logica interna della modernità occidentale?”

Fin da subito la conferenza è stata disturbata da una intromissione di voci di più persone, frasi inneggianti al Duce, offese contro gli ebrei e bestemmie, accompagnate da musica tipica del ventennio fascista.

Frasi inneggianti al Duce e a Hitler

La seconda intrusione ha avuto luogo nella mattinata del 4 febbraio 2021, sempre in occasione delle commemorazioni per la Giornata della Memoria, quando il Comune di Cinisello Balsamo ha organizzato, curati dal prof. Raffaele Mantegazza, tre incontri didattici intitolati “Lo zaino della memoria”, rivolti agli studenti delle scuole medie e superiori chiamati a partecipare all’evento via
streaming. Al terzo incontro, nel corso della videoconferenza si sono intromesse diverse voci con frasi inneggianti al Duce e a Hitler, ingiurie contro gli ebrei e bestemmie.

L’attività investigativa, ha consentito in un primo momento la localizzazione dei device. Le perquisizioni hanno portato la Polizia a individuare, all’interno di diversi nuclei familiari, gli utilizzatori degli apparecchi elettronici sottoposti a sequestro.

Zoommannari

Si tratta di un 21enne e sette minorenni che interagivano in una chat su Telegram denominata ‘zoommannari’, al momento non risulta più attiva, e già fonte di altri episodi simili investigati dalla Polizia di Stato, nella quale venivano lanciate e condivise le azioni di hackeraggio e cyber bullismo portate a termine.
Quasi tutti i ragazzi coinvolti, che non appartengono a gruppi politicamente orientati, hanno ammesso di aver compiuto solo un gesto goliardico, minimizzando il senso dei loro commenti.

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