Amministratori sotto tiro: intimidazioni e violenze in aumento al Nord

Comuni sciolti per mafia: il 45% degli atti intimidatori degli ultimi cinque anni si sono verificati in questi territori

Al primo posto i social network. Nel 2020, infatti, sono diventati lo strumento più utilizzato per minacciare e intimidire: il 19% del totale dei casi censiti dal Report di Avviso Pubblico, presentato oggi in streaming, proviene dalla rete.
La piazza virtuale, già negli anni passati contenitore di varie frustrazioni, durante le fasi più calde della pandemia ha amplificato queste sue caratteristiche.
“Le polemiche legate alle restrizioni adottate per contenere la diffusione del Covid-19 – spiega il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà –, si sono spesso evolute in manifestazioni di dissenso sfociate in insulti, offese, delegittimazioni dell’operato degli amministratori locali, quando non in diffamazioni. Le amministrazioni e la Polizia locale sono finite in pasto ai leoni da tastiera a causa delle ordinanze emesse e dei controlli effettuati per il rispetto delle regole anti-contagio”.

Record di province coinvolte

Nel corso dell’anno sono calati gli atti intimidatori di minaccia e violenza rivolti contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica Amministrazione (465 contro i 559 del 2019),  ma solo salite a 89 le Province coinvolte, il dato più alto mai registrato in 10 anni di monitoraggio. Per la terza volta nella storia di questo Rapporto – i precedenti nel 2017 e 2019 – sono stati censiti atti intimidatori in tutte le regioni d’Italia.

La geografia delle minacce: continua l’avanzata del Nord

Il 57,5% degli episodi registrati (267) è avvenuto nel Mezzogiorno (il 41,1% al Sud e il 16,4% nelle Isole). Il restante 42,5% (198 casi censiti) si è verificato nel Centro-Nord, dove si riscontra un aumento del 3,5% dell’incidenza sul totale dei casi rispetto al 2019. Il calo generalizzato dei casi ha colpito tutte le aree, infatti, ad eccezione del Nord-Est che passa dai 59 atti censiti nel 2019 ai 68 del 2020.

La Campania conferma il primato. Lombardia e Lazio i territori più a rischio

Per il quarto anno consecutivo è la Campania a far registrare il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, con 85 casi censiti (furono 92 nel 2019). Seguono appaiate Puglia e Sicilia con 55 atti intimidatori, che fanno segnare un evidente calo rispetto al 2019, rispettivamente del 23 e del 17 per cento. In discesa anche la Calabria (38 casi rispetto ai 53 del 2019), che prosegue un trend iniziato da alcuni anni che la colloca al quarto posto. La Lombardia si conferma la regione più colpita del Nord Italia (37 casi, nove in meno del 2019), seguita dal Lazio (36 casi, stabile). Chiudono le prime 10 posizioni Veneto (30 casi, uno dei pochi territori in aumento), Emilia-Romagna (25), Toscana (23) e Sardegna (21).
Conferme anche a livello provinciale dove il territorio più colpito è Napoli con 46 casi e un incremento del 12% rispetto al 2019. Seguono Salerno (21 casi), Roma (20), Milano e Foggia (16), Cosenza (15), Padova e Lecce (14), Bari e Messina (13).

minacce

Le minacce nei comuni sciolti per mafia

Il 14,4% degli atti intimidatori censiti nel 2020 (67 casi) si sono verificati in 41 Comuni che, in un passato più o meno recente, sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa. Dal 2016, primo anno in cui Avviso Pubblico ha iniziato a estrarre questi dati, gli atti intimidatori negli enti locali sciolti per mafia sono stati complessivamente 346 (il 13,4% dei casi registrati nel quinquennio 2016-2020 su tutto il territorio nazionale). I Comuni e le Municipalità sono state 121.
Considerato che dal 1991 al 31 agosto 2021 i Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa sono stati complessivamente 266, negli ultimi cinque anni si sono verificati atti intimidatori nel 45% di questi territori. Tutto questo senza dimenticare che il quinquennio 2016-2020 ha visto lo scioglimento di 84 Enti locali, tra Comuni, Municipalità e Aziende Sanitarie Provinciali. Per riscontrare un numero così alto di scioglimenti, in un medesimo arco temporale, bisogna tornare indietro ai primi anni di applicazione della legge (periodo 1991- 1995), quando furono complessivamente 80.

Un’intimidazione ogni 20 ore

In dieci anni di raccolta dati Avviso Pubblico ha censito su tutto il territorio nazionale 4.309 casi di minaccia e aggressione nei confronti di amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione, una media di 36 intimidazioni al mese, una ogni 20 ore.

Dai proiettili agli incendi, ecco come si intimidisce

Le aggressioni e gli incendi (18% di casi per ciascuna tipologia) si mantengono in percentuale stabili rispetto al 2019. Seguono minacce verbali e telefonate minatorie (12%), lettere, biglietti e messaggi intimidatori (10%), danneggiamenti (9%), scritte offensive e minacciose (7%), utilizzo di ordigni esplosivi (4%), invio di proiettili (2%), spari contro abitazioni e automobili (1%).

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.