E sarebbero 75 i morti del naufragio di mercoledì scorso, al largo della Libia
Ennesima tragedia nel Mediterraneo, mercoledì scorso, quando 75 migranti sono annegati dopo essere partiti dalla Libia. Lo hanno raccontato i 15 sopravvissuti alla traversata che sono stati salvati dai pescatori e portati a Zuara, città a 108 chilometri da Tripoli.
La rotta del Mediterraneo centrale continua ad essere la più letale del mondo.
Secondo l’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, sarebbero almeno 1.300 i migranti che nel 2021 hanno perso la vita lungo la traversata.
Un numero praticamente doppio rispetto a quello dello scorso anno: +130% rispetto al 2020 solo nei primi sei mesi.
Secondo l’ultimo rapporto semestrale dell’organizzazione internazionale, infatti, la maggior parte dei decessi è stata registrata nel Mar Mediterraneo, i più sono morti nel Mediterraneo centrale, la rotta descritta dalle agenzie umanitarie come la più pericolosa al mondo, seguita da quella del Mediterraneo orientale. Altri sono morti cercando di raggiungere la Grecia via mare dalla Turchia, altri ancora durante il tentativo di arrivare alle Isole Canarie, nell’Atlantico.
“Le cifre del rapporto sono sicuramente molto inferiori alla realtà” sottolinea l’Oim sostenendo che “centinaia di casi di naufragi invisibili” sono segnalati dalle Ong che sono in contatto diretto con chi è a bordo o con le loro famiglie.
“Questi casi, estremamente difficili da verificare, mostrano che il numero di morti sulle rotte marittime verso l’Europa è molto più alto di quanto indicano i dati disponibili”, aggiunge l’organizzazione internazionale con sede a Ginevra che poi conclude: “Questo è il costo dell’inazione”.
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