Assi di forza, oggi la consegna della petizione di PaP: le linee collinari non si tagliano

Sono 1.693 le firme che Potere al Popolo ha raccolto per dire no alla rivoluzione del trasporto pubblico genovese che secondo gli attivisti smantellerebbe i collegamenti tra centro e periferie

Genova – È appena arrivata sul tavolo degli uffici della Segreteria generale del Comune la petizione di Potere al Popolo contro il piano degli assi di forza per la mobilità urbana genovese.
Una raccolta firme che è il frutto di mesi di lavoro sul territorio, a contatto con chi questa rivoluzione la dovrà subire e cioè le periferie.
Infatti, secondo l’approfondimento che gli attivisti di PaP hanno fatto sulle carte del progetto, “103 documenti senza un indice che lo rendono poco accessibile dalla cittadinanza”, il piano degli assi di forza prevederà “il taglio consistente delle linee e delle frequenze che servono le aree periferiche e i quartieri collinari, un taglio di circa un milione di chilometri su base annua”.
Ce lo spiega Valerio Villanova, della sezione genovese di Potere al Popolo, cui chiediamo di farci qualche esempio.
Uno su tutti: “Dei due autobus che da San Teodoro portano in centro ne resterà soltanto uno. La linea 35 verrà soppressa e parzialmente sostituita da una finta circolare tra via Vannucci e piazza De Ferrari, che arriverà a Brignole solo nelle ore di punta. Per raggiungere l’ospedale Galliera dai quartieri collinari sopra Principe occorrerà effettuare tre cambi, e senza collegamenti verso la stazione nelle ore di calma”.
Un incubo per chi deve fare una visita medica, soprattutto in una città di anziani come è Genova.
Si salvano Begato, il CEP e le lavatrici “ma solo perchè hanno un autobus soltanto e non potevano eliminarlo”, commenta Villanova.
Insomma un gran pasticcio che secondo gli attivisti di PaP avrà pesanti ricadute sugli utenti. Per questo, per promuovere la raccolta firme,  hanno organizzato anche due assemblee pubbliche, una a San Teodoro e una a Marassi, e oggi hanno presentato questa petizione che, conclude Villanova, “chiede al sindaco di valutare attentamente quello che sta facendo, tenendo conto dell’interesse generale senza pensare di fare solo un’opera di cucitura contabile per permettere ad AMT di essere, magari, appetibile economicamente per qualche privato”.

Cosa cambia a Marassi e Quezzi?

Cosa cambia a Oregina, Lagaccio e San Teodoro?

Cosa cambia in Valbisagno?

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.