Arriverà la quart* ondat* , e sarà terribile

Quella profezia è come un eco

A volte mi capita di dovermi ricredere, fino a pensare che questa pandemia – ondata più, ondata meno – sia/sarà l’equivalente di una sorta di diluvio universale, con tanto di Arc* di No* a  salvare i continuatori della specie. Una epidemia inflitta per punirci – noi tutti – come peccatori incalliti seguaci dei social, tutti: da Facebook a Instagram, da LinkedIn a Twitter, da YouTube a Whatsapp. Dalla famosa profezia del fu Umberto Eco ( “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”), sempre più in basso. Sino ai giorni nostri.

E saremo puniti, probabilmente, per non aver compreso in tempo il semplice segreto. E cioè quanto e quando la tecnologia debba essere messa al servizio delle conoscenze e della ragione.

Buon senso di un tempo, oggi senza speranze. Deturpato da quel fantastico slogan semplificatore dell’ “Uno vale uno”, principio democratico da utilizzare esclusivamente nel segreto dell’urna che, ove venga a bella posta ampliato, finisce per escludere competenze e meritocrazia. Ma la semplificazione, magari quel facile spacciarsi per quello che non si è affatto, dal ritocchino alla fotografia al titolo di studi conseguito all’università della vita, sono l’emblema di questi tempi. Storici e politici.

L’ur-fascismo, il fascismo eterno

Nulla di nuovo sotto al sole. Perché lo stesso Eco, ben trentatré anni fa, aveva raccontato come più o meno saremmo andati a finire, pur in completa assenza di social, ne “ Il pendolo di Focault “, e nel 1995 lo aveva ribadito nel corso di un simposio organizzato dai dipartimenti di italiano e francese della Columbia University; proprio il 25 aprile per celebrare la liberazione dell’Europa.

Scriveva già tre anni fa Leonardo Tondelli su” The Vision”, ben prima dell’ insorgere della pandemia: “Tutto questo non potevamo aspettarcelo: complottisti al governo, antivaccinisti alla sanità; sottosegretari dell’interno che non credono alle missioni lunari, la sfiorata nomina a presidente Rai di un giornalista che ha diffuso notizie sul satanismo di Hillary Clinton. Tutta questa paranoia non l’abbiamo vista arrivare. D’altronde, come avremmo potuto? È troppo irrazionale, e tutto quello che è irrazionale nessuno pensa mai possa diventare reale. O quantomeno, questo è il modo in cui potremmo cercare di spiegarla ai posteri, anche se non è detto che ci cascheranno. In effetti, ci sarebbe bastato guardare meglio in giro, studiare con più attenzione i fenomeni, anche soltanto leggere i libri giusti. Ad esempio, ce n’è uno che ha previsto tutto questo con trent’anni d’anticipo, e non è un saggio di antropologia o di sociologia, bensì un romanzo. Un best-seller, addirittura”.

La frustrazione delle classi medie

E, in seguito chiarirà quanto alle condizioni favorevoli Eco nel suo “Il Fascismo eterno”: “L’ Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici sia stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni. Nel nostro tempo in cui i vecchi proletari stanno diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena politica), il Fascismo troverà in questa nuova maggioranza il suo uditorio”.

Già, la frustrazione individuale o sociale, affresco o rilettura sociologica, già presente ne “Il pendolo di Focault” dove il protagonista, Belbo “è un Eco che non ce l’ha fatta, che non è riuscito a diventare uno scrittore e non se ne dà pace. Una cultura enciclopedica non lo riscatta dalla mediocrità, anzi sembra fornirgli strumenti più affilati per torturarsi. Troppo giovane per la Resistenza, troppo maturo per la Contestazione, Belbo mentre confida i suoi sogni di riscatto eroico al suo personal computer, continua a compromettersi col sistema; tra le sue mansioni di collaboratore editoriale c’è quella di selezionare i gonzi, gli autori di manoscritti da attirare nella truffaldina ragnatela escogitata dal diabolico editore Garamond. Personaggi ancora più mediocri di lui, poeti da strapazzo ed eruditi della domenica, impiegati e funzionari con un sogno di gloria nel cassetto: chi avrebbe mai pensato che sarebbero legione, movimento, forza di governo? Eco nel 1988 ci stava pensando”.

La teoria del complotto

E conclude Leonardo Tondelli l’articolo pubblicato il 4 settembre 2018, usufruendo di un esempio allora ancora caldo : “Torniamo a oggi. Quando è crollato il ponte Morandi, nel giro di poche ore su internet sono fiorite le prime ipotesi complottiste sulla demolizione programmata. È la prassi, dall’undici settembre in poi; dietro non c’è nessuna mente diabolica, né un’epidemia di analfabetismo di ritorno: solo l’umana esigenza di inserire ogni tragedia in un Piano che la giustifichi e ne dia la colpa a qualcun altro. È un fenomeno interessante, inquietante e ancora abbastanza oscuro: dovremmo analizzarlo meglio, forse avremmo dovuto cominciare a studiarlo per tempo: ma in fondo chi se lo sarebbe aspettato che queste buffonate sarebbero diventate così importanti? Ai posteri cercheremo di spiegarla così. E se siamo fortunati, magari i posteri non avranno letto quello strano romanzo in cui Umberto Eco ci metteva in guardia, ormai trent’anni fa”.

Il tutto, come ebbe occasione di dire lo stesso Eco nel 2015, a un anno dalla sua scomparsa acuito dal chiacchiericcio dei social. Croce e delizia, delizia e croce, ma soprattutto croce. Trasferita, moltiplicata e fatta circolare con consapevolezza alcuna dalle classiche legioni di imbecilli. Che non sono soltanto analfabeti funzionali, ma molto di più. Esponenti, come faceva intendere lo stesso Eco ne “ Il Pendolo” anche di gruppi sociali con qualche base di studio. Solo che come aveva correttamente obiettato “L’ Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici sia stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni”. Ed ecco spiegato, più o meno, il progressivo svilimento di tanti messaggi imperanti sui social.

Non solo no vax e pandemia

Dai cortei anti green pass, all’antisemitismo, dagli odi razzisti a quelli per l’intera classe politica. E le dichiarazioni fideistiche per qualsiasi teoria rasenti il complottismo. Dai vaccini alle case farmaceutiche, dai governi alle potenze del grande capitale.

Dovrebbe subentrare il razionale, il ragionamento, la cosiddetta cultura che passa attraverso la formazione e la sperimentazione. Insomma il caposaldo preventivo dovrebbe esserne la scuola. Genitori, alunni e docenti, tutti insieme appassionatamente, per fornire elementi di ragionamento ai giovani in procinto di diventare i cittadini del futuro.

Vabbè, magari facendo capire che certa politica che punta sull’odio come elemento aggregante non va bene. Un caso per tutti…. quello del capogruppo della Lega a Lissone, consigliere provinciale ed ex deputato, Fabio Meroni dichiaratamente no vax che in suo post si riferiva alla senatrice a vita Liliana Segre con il suo numero nel campo di concentramento di Auschwitz.

“Mancava lei…75190”

“Mancava lei …. 75190”. Perché poi l’incapacità di discernere sull’opportunità di comportamenti, scritti e parole, facendo leva sulle suggestioni e sui cattivi pensieri, riesce a creare danni in quantità. E solo qualche giorno prima in una oscillazione pendolare c’erano stati i no vax che sfilavano travestiti con addosso le divise dei prigionieri dei campi di concentramento.

E comunque dopo la gaffe sulla povera senatrice a vita su cui si concentrano tutti gli odi di qualunque frustrato, la richiesta di scuse del Pd di Lissone: “ Le considerazioni volgari di chi come il consigliere Fabio Meroni equipara le vaccinazioni al nazifascismo offendono tutte le persone dotate di consapevolezza storica e senso dell’umanità”.

L’esigenza di semplificare tutto

Giusto. Proprio quello che, politici o no, stiamo perdendo per strada. Probabilmente per l’esigenza di semplificare tutto: dalla lingua all’elaborazione dei pensieri. Più o meno come la giustificazione del Meroni: “Non mi è piaciuta l’uscita della senatrice Segre sui vaccini come unica via di uscita dalla pandemia. Ho usato quel numero perché se avessi scritto il nome della senatrice mi avrebbero bannato da Facebook, ho voluto evitarlo”. Come dire, insomma… ragionamento e discernimenti morali ed etici schiavi, in fondo, di un algoritmo. La Lega, comunque, promette provvedimenti e l’Anpi ha stigmatizzato il post del consigliere provinciale. Percio’ copione rispettato in piena regola. Anche quello stato di frustrazione delle classi medie, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni. Che poi non è altro che la teoria sociologica che porta al fascismo eterno.

Maturità solo orale

Per non tacere che, almeno nei migliori propositi possibili, la scuola dovrebbe fungere in qualche modo da necessario antidoto alle barbarie sociali, dal bullismo alla scarsa consapevolezza dell’ambiente. Anche se alla fine a farla sempre da padrona è quella regola aurea del massimo risultato conseguito con il minimo impegno. Scrive per esempio Massimo Gramellini nella sua rubrica “Il caffè” pubblicata sul Corriere della Sera del 17 novembre: “In una petizione che ha già quasi raggiunto le quarantamila firme, molti studenti dell’ultimo anno delle superiori chiedono al Ministro dell’Istruzione di non reintrodurre, negli esami di maturità, le prove scritte sospese dal 2020 a causa della pandemia. Hanno ragione. Al posto del ministro, mi spingerei oltre. Abolirei la parola scritta come forma di comunicazione all’interno degli edifici scolastici, sostituendola con i più pratici emoticon o con simpatici segnali sonori: fischi, grugniti, pernacchie. Riconosciamolo, il tema di italiano risulta ormai anacronistico. Grazie ai social, nessuna persona sana di mente riesce ancora a leggere più di mezza riga di uno scritto qualsiasi senza venire colta dal mal di testa e soprattutto dall’insopprimibile bisogno di dire la propria sull’argomento”.

E c’è chi commenta: “ Un degrado culturale in caduta libera. E non credo sia solo questione di social”

E probabilmente non lo è, oppure forse sì, soprattutto della semplificazione introdotta proprio da loro…. “Nessuan persona sana di mente rieseca ancora a leggere più di mezza riga di uno scritto qualsiasi senza venire colta dal mal di testa e soprattutto dall’insopprimibile bisogno di dire la propria sull’argomento”. Esaltazione, piu’ o meno pratica, di quell’ “uno vale uno” in qualsiasi campo e argomento.

Già, la scuola che dovrebbe forgiare le classi e magari anche il gruppo dirigente del futuro

La polemica dell’asterisco

Epperò poi ti capita di vedere certe cose e finisci per trasecolare. Almeno un po’. Mi riferisco al preside del Cavour, antico e tradizionale liceo classico di Torino e al suo asterisco: “Il liceo classico Cavour di Torino prende una posizione chiara sulla questione di genere, schierandosi dalla parte del concetto “fluido” e scegliendo l’asterisco al posto di sostantivi e aggettivi connotativi dal punto di vista sessuale. La scuola aderisce infatti a “Noi siamo pari”, progetto del Miur per lavorare sui temi dell’inclusione di genere.La decisione era stata presa a maggio dal Consiglio d’Istituto, su proposta di un docente nella cui classe una persona era in transizione di genere”. Con varie reazioni dal Salvini che la definisce : “Una corsa verso il nulla” alla folcloristica zuffa fra studenti di destra e sinistra all’esterno dell’istituto.

Poi ci sono i post di una mia amica social, Barbara Barattani: “***************questo e solo  questo ci lasceranno, care ragazze belle, che amate solidarizzare con qualsiasi genere,  tranne il nostro, combattete in prima linea per chiunque , tranne che per noi…un asterisco,  un segno,  poco più di uno scarabocchio…”. Post sull’argomento seguito da un altro su una esperienza simile in atto da tempo per un istituto Nautico genovese: “Leggo che l’idiozia del liceo di Torino è stata prontamente seguita dal preside del nostro Nautico…le ragazze dell’Istituto immagino ringrazieranno per l’importante svolta impressa alla loro esistenza dalla presenza di un asterisco…e buongiorno”.

Per carità, sulla polemica dell’asterisco, anche a scuola, vedrete che si scriveranno altri capitoli in nome di quel politically correct abusato per quel simbolo definito, da moderati e non, addirittura una scelta sovversiva.

femminicidio

Tutto il mondo in un click

Perché poi il mondo dei social funziona così e si esaurisce tutto in un click, più raramente in un commento che presuppone almeno che il commentatore sia arrivato a leggere sino in fondo il post. E soprattutto sia in grado di elaborarlo e intenda aprire un confronto.

E poi ci sono gli algoritmi che, a seconda dell’argomento, più o meno “alla moda” lo vanno a pescare e lo inoltrano.

Perciò oggi, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2021, è almeno consigliabile non lasciarsi scappare un buon proponimento a tema.

Anche perché per ovvie e malaugurate ragioni il tema non può che tirare parecchio. E magari persino con adeguate volontarie o involontarie distorsioni.

È di qualche giorno fa, per esempio, il caso del consigliere comunale del Pd Cristina Lodi per una vicenda legata ad alcuni commenti violenti e insultanti di un gruppo di politici, ben sei,  contro l’esponente del Pd che, tre anni fa, sulla bacheca del sindaco Marco Bucci aveva criticato politicamente l’operato dello stesso Primo cittadino.  Scrive la Lodi dopo la sentenza: “Sono sfinita, stanca, provata. Mi tremano le gambe. Sono stati tre anni faticosi. Ma giustizia è fatta. Sono arrivate scuse pubbliche, le scuse a tutte noi. Ringrazio la mia famiglia con i miei figli che non potranno essere mai indennizzati fino in fondo.

Ringrazio il mio Partito , le forze politiche che mi hanno espresso solidarietà, le Associazioni al mio fianco, i Centri Antiviolenza,i cittadini e le cittadine, le amiche e gli amici.

Per chi si sente sola, non si senta così.

Noi ci siamo, denunciamo perché noi esistiamo.

Non pubblico i nomi perché a me interessava la giustizia.

Un grazie di cuore al mio avvocato”.

Sentenza seguita dalla solita ondata di solidarietà, di uomini, donne, giornalisti, giornaliste ed esponenti  di partito.

Quel comunicato dei compagni di partito

Tanto che il Pd non può fare a meno di inviare un comunicato stampa. “Si è concluso questa mattina di fronte al giudice monocratico di Genova Lovesio il procedimento penale avviato due anni fa in seguito alla pubblicazione, nel novembre 2018, di insulti nei confronti della Consigliera comunale del Partito Democratico di Genova Cristina Lodi.

Le indagini -coordinate dalla Polizia Postale del capoluogo in seguito a querela presentata dalla Consigliera- hanno avuto origine da alcuni commenti pubblicati su Facebook in calce ad un suo intervento riguardante il Sindaco Marco Bucci.

I sei imputati (A. C., G. D., M. D., W. G., S. M. e G. P. V.) hanno fatto pervenire lettere di scuse personali sottolineando come “non fosse mia intenzione ledere la Sua reputazione”, “il mio commento voleva essere solo una critica”, “intendevo esprimere un mio giudizio di natura prettamente politica”, “mi rammarico di essermi lasciato andare ad una battuta infelice e sgradevole”, “sono a rassegnarLe le mie scuse per i fatti oggetto del procedimento penale”.

Considerate le lettere di scuse ed in seguito ad una transazione economica simbolica proposta dagli imputati, la Consigliera Lodi ha rimesso la querela nei loro confronti.

“Dopo tre anni forse la giustizia è arrivata, – ha commentato Cristina Lodi – le persone che mi hanno oltraggiato hanno posto formalmente davanti al giudice le loro scuse e hanno offerto un risarcimento economico simbolico. Ho rimesso la mia querela e l’ho fatto perché credo che questo sia un primo passo, un segnale, accogliendo le scuse come un elemento significativo e importante. Auspico maggiore attenzione sul rispetto delle cariche politiche e mi auguro di non dovermi ritrovare in situazioni analoghe in futuro, invito tutti a denunciare sempre”.

“Oggi viene riaffermato un principio importante – dichiara il Capogruppo PD Alessandro Terrile –  gli insulti e gli attacchi personali non hanno nulla a che fare con la dialettica politica. E chi li proferisce è tenuto a chiedere scusa e a risarcire l’offesa. Siamo vicini a Cristina Lodi, e continueremo a praticare la linea della massima fermezza contro la degenerazione del confronto civile e democratico. Sarebbe un bel segnale che almeno su questo punto ci fosse condivisione unanime di tutti partiti e di tutte le Istituzioni, a partire dal Sindaco”.

Marco Bucci, Sindaco di Genova

La risposta del Sindaco

Saggia richiesta del Pd, o forse no, visto che Marco Bucci risponde. E non tanto sulla presunta violenza di genere, ma, anzi, ampliando la categoria a tutti i politici in generale, donne e uomini. Intervista di Alessandro Bacci sul sito di Telenord: “Mi auguro che il linguaggio sui social network in futuro possa essere più disteso e questo deve valere per tutti – afferma Bucci -. Così come spero di non vedere più scritte oltraggiose a lordare i muri della nostra meravigliosa città. Con la consigliera, con la quale spesso ci siamo confrontati anche duramente nell’aula rossa di palazzo Tursi, ci siamo chiariti più di un anno fa, con un mio gesto distensivo che molti ricorderanno”.

“Sul mio profilo e non solo, sono spesso bersaglio di insulti di ogni genere – dice anche Bucci – e sul mio conto ho letto illazioni di cattivissimo gusto (“uno schifo d’uomo”, “buffone servo dei padroni”, “indegno sindaco ridicolo”, “diversamente intelligente”, “omuncolo senza dignità”, “faccia marcia”, giusto per citare alcuni degli ultimi che si leggono nei post di esponenti politici dell’opposizione), ma non ho mai pensato di agire per vie legali o di chiedere risarcimenti, posso però comprendere il disagio patito dalla consigliera del Pd Cristina Lodi. Sono convinto che chi ha commentato non volesse assolutamente mancare di rispetto a Cristina come persona, come chi commenta sul mio profilo non credo voglia mancarmi di rispetto compresa la consigliera Lodi nello scrivere che “(Bucci) è in Cina per una settimana… sta progettando la fuga”.

Come dire che se non si può offendere gratuitamente un esponente politico donna non si dovrebbe nemmeno permettersi nei confronti di un esponente politico del sesso forte. Come lui.

Quando la Lodi fu rimossa dagli uomini del PD

Epperò, in materia di “violenze di genere” verbali e morali, forse il sindaco, da politico di razza, avrebbe potuto perfino far riferimento a quanto accaduto appena una decina di mesi fa a palazzo Tursi. Quando la Lodi fu costretta a dimettersi dopo lo scivolone dell’anagrafe antifascista e anticomunista proposta su cui la stessa Lodi, allora capogruppo del Pd, si astenne. Con seguente calda polemica sulla presunta violenza di genere al termine di una animata riunione in cui Terrile e gli altri consiglieri maschi chiesero le dimissioni, mentre la Lodi disse di essere stata rimossa. “Si è sviluppata una operazione di potere ed evidentemente non si aspettava altro che un mio errore per rimuovermi dall’incarico”, aveva protestato la stessa Lodi. A margine, naturalmente la solita solidarietà. Fra questioni di genere, haters da tastiera, insulti, vax, no vax, green pass, non green pass e super greeen pass, complotti, vari o presunti, e asterischi.

In attesa del diluvi* universal* e della Quart* ondat* che sarà terribile

Momento per il quale è sempre pronta e valida la spiegazione di Umberto Eco: ““L’ Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici sia stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni”.

Motivo per cui il nostro Bucci che, da vittima, protesta pubblicamente contro la macchina del fango è, e sarà, il candidato sindaco ideale – sempre che non decida di abdicare –  specie dopo quella ascesa sul palco della Leopolda con vigorosa e calorosa stretta di mano di Matteo Renzi. Corsi e ricorsi. Insomma, caro Marco…stai sereno.

Paolo De Totero

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta