Il progetto europeo arriva a Genova e durerà 24 mesi
Genova – Spesso i luoghi della cultura sono poco accessibili a causa delle barriere architettoniche ma anche la fruibilità dei contenuti è scarsa per chi ha delle limitazioni linguistiche o fisiche, deficit comunicativi o di apprendimento. Per aiutare queste persone è nato il progetto A.A.C. Cessible Culture: Museums for everyone developing the Alternative Augmentative Communication tools (AAC). La Comunicazione Alternativa Aumentativa è un linguaggio potenzialmente universale che permette di esprimere in simboli quanto normalmente viene comunicato attraverso la parola scritta o il suono.
Nella UE si possono stimare in diversi milioni i bambini con Special Educational Needs (SEN), tra cui rientrano DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e iperattività, e minori under 15 di origine extra EU con scarsa conoscenza della lingua del paese ospitante.
L’innovazione principale è costruire un modello espressamente dedicato a questi bambini, favorendo il loro sviluppo e l’autonomia, potenziando le dimensioni emozionali, relazionali e culturali che l’arte riesce ad infondere. Verranno creati codici e strumenti comunicativi originali in AAC; realizzati percorsi culturali reali e virtuali, digitalizzati, per la fruizione anche a distanza; creato un profilo di competenze per il settore culturale (il facilitatore), capace di progettare percorsi di fruizione adattati e di interagire col mondo della scuola o dell’associazionismo.
Il kick off operativo del progetto coinvolgerà soggetti con competenze diverse e complementari alla realizzazione degli obiettivi di AAC, tra università, case editrici, scuole di vario grado, centri culturali e imprese sociali, a cui si aggiunge una rete di partner associati pubblici e del terzo settore e che rappresenterà il First Intellectual Output, ovvero i risultati di una prima fase di ricerca per la comprensione dell’uso e del potenziale del modello AAC allo scopo di creare un modello europeo applicabile all’educazione culturale.
Seguirà una seconda fase in cui verrà testato il modello individuato in percorsi sperimentali ed una terza, con la definizione di Linee Guida per musei e istituzioni culturali. Nel frattempo verrà appositamente formato personale delle istituzioni culturali e delle scuole perché siano gli “strumenti” per “aprire” musei, percorsi culturali, opportunità educative e formative a persone con deficit comunicativi e dell’apprendimento.
Per quanto riguarda il mondo della scuola e della cultura, si stima che parteciperanno alle attività di ricerca, formazione e sperimentazione 40 operatori culturali, 60 insegnanti ed educatori, 600 minori con SEN più almeno altri 600 tra gruppi classe, famiglie e associazioni.
Progetto finanziato dalla UE
Il progetto, finanziato dalla Ue per 290 mila euro, coinvolge sei Paesi europei: Italia, Grecia, Polonia, Portogallo, Romania e Spagna, durerà 24 mesi e sarà coordinato dalla cooperativa Solidarietà e Lavoro, impresa sociale attiva dal 1989 che opera in ambito culturale e turistico a Genova e nel Nord Italia. Il Comune di Genova ha concesso il proprio patrocinio.
Un’alternativa ai normali canali di comunicazione
«Il progetto cerca di mettere a sistema, grazie al partenariato europeo e partenariato locale, una soluzione che è la comunicazione aumentativa e le sue strategie- racconta Michela Gaudiano, responsabile Produzione della cooperativa Solidarietà e Lavoro – ricordiamoci che la comunicazione aumentativa per definizione significa essere alternativa ai normale canali di comunicazione che tutti parliamo, cioè la parola e lo scritto. Sono molte le persone che hanno problemi di comunicazione provocate da disturbi dello spettro autistico, incidenti che determinano incapacità di potersi esprimere in maniera corretta o anche immigrati che arrivano nelle nostre città e non parlano la nostra lingua.
Una nuova percezione della cultura
A coloro si darà uno strumento per entrare in contatto con la cultura non solo dal punto di vista dell’accessibilità per entrare nei luoghi ma anche per permettere di entrare nei contenuti della stessa cultura. La cultura porta benessere, crescita personale e quindi bisogna trovare degli strumenti, delle strategie e delle tecnologie che possono aiutare a capire che cosa stanno vedendo.
Una delle componenti della comunicazione aumentativa sono i simboli, quindi applicheremo la simbolizzazione dei testi e creeremo delle mappe sensoriali che permetteranno di sapere prima quali possono essere gli ostacoli che si incontrano entrando nel museo, grazie a questi simboli renderemo i luoghi di cultura accoglienti, accessibili e soprattutto inclusivi».
L’intervista a Michela Gaudiano
Faremo delle sperimentazioni, collaboriamo già con molti musei genovesi – racconta Michela Gaudiano, responsabile Produzione della cooperativa Solidarietà e Lavoro – ma l’idea non è quella di coinvolgere un palazzo in particolare ma proprio di creare strumenti che siano applicabili e replicabili all’infinito nel senso che l’intenzione è quella di creare una sorta di possibilità dove vari luoghi culturali come i musei ma anche i teatri, le biblioteche e i parchi archeologici diventino un luogo virtuale dove possono capire che ci sono delle modalità che a volte sono anche molto semplici e molto replicabili per poter essere più inclusivi da questo punto di vista.
Giulia Danieli
Svolgo attività di collaborazione giornalistica per RSI, la Radiotelevisione Svizzera Italiana, e ho partecipato alla redazione e alla produzione dei servizi documentaristici sul crollo del ponte Morandi (“43-Il ponte spezzato”) e sulla truffa dei falsi Modigliani (“Il giallo Modigliani”), entrambi andati in onda su Falò, magazine settimanale di informazione e approfondimento di RSI. Collaboro con vari quotidiani digitali sui temi sanità, salute, ambiente e diritti civili. Ho collaborato per il quotidiano Il Secolo XIX.