Ma il PD ribatte: “Un bilancio che nega il declino e aumenta le diseguaglianze”.
E il M5S ci mette il carico: “Disattesa la promessa di fare di Genova la città del mare, visto che anziché valorizzare tanto la città quanto il suo porto si è deciso di svilirlo portandovi i depositi chimici”
Genova – Passa il bilancio del Comune di Genova con il suo strascico di polemiche. Nulla di nuovo quindi. Anzi, no. Qualcosa è successo, in effetti, ieri Italia Viva ha salvato la maggioranza.
Durante l’elenco degli ordini del giorno, il capogruppo del PD, Alessandro Terrile, ha chiesto la verifica del numero legale. Per la maggioranza sono stati momenti di imbarazzo quando si è arrivati alla conclusione che tra assenti in aula e da remoto il numero non ci sarebbe stato. A salvare il Centro destra è stata Italia Viva che si è dichiarata presente in aula a differenza del resto dell’opposizione.
A questo punto crediamo che lo scollamento a sinistra si sia definitivamente completato.
Ma tornando al bilancio, le dichiarazioni di Luca Pirondini al termine della seduta non lasciano spazio a dubbi: “Lavoro, pulizia, sicurezza, turismo, mobilità, solidarietà, meritocrazia, ambiente, responsabilità, Quante promesse… tutte puntualmente disattese! Con senso di responsabilità, in questi cinque anni, come opposizione abbiamo ripetutamente avanzato proposte fattive per risolvere le maggiori criticità. Siamo stati puntualmente ignorati, tanto che oggi facciamo i conti con una visione distorta e fallimentare di sviluppo. Merito del modello secondo cui in questa città abbiamo un sindaco che va avanti senza curarsi delle istanze dei cittadini”.
Disatteso l’aumento dell’occupazione
“Nel 2017, a Genova erano stati promessi 30.000 nuovi posti di lavoro. Ma poi alla conta dei fatti (e non lo diciamo noi, ma i dati Istat dell’ultimo trimestre 2020), a Genova la disoccupazione si è attestata al 10%. Nello specifico, abbiamo perso altri 4.656 occupati (-1,39%) rispetto allo stesso periodo del 2019, con gli occupati attestati a 335mila e l’occupazione giovanile capace di pesare solo per il 3,4% del totale. Dove sono allora i 30.000 posti promessi? Contestualmente, è andato in fumo il commercio di prossimità: secondo la Camera di Commercio, nel secondo trimestre del 2020 si sono abbassate definitivamente 400 saracinesche. Siamo passati, in provincia, da 21.163 a 20.000 negozi; mentre a Genova, abbiamo perso, nel 2019, 276 negozi di vendita al dettaglio e 119 all’ingrosso”.
Male la pulizia
“Malissimo la pulizia: avevano promesso di portare la raccolta differenziata al 60%. Peccato che siamo ancora fermi a poco più del 35%, nonostante le rassicurazioni dell’Amministrazione e dell’azienda di raccolta di rifiuti urbani. Morale: città più sporca, Tari tra le più alte d’Italia, con colore nuovo in città e cioè quello degli inceneritori. E la sicurezza? Andata a bagno insieme alla pulizia: Genova, nell’indice di criminalità, dal 2017 a oggi, ha perso ben dieci posti, passando dal 90esimo al 100esimo posto. E meno male che doveva essere più sicura!”.
Dal canto suo il PD non è meno drastico nelle considerazioni.
Un bilancio senza visione
“Abbiamo votato contro un bilancio senza visione, che non si assume la responsabilità di programmare e progettare gli investimenti di cui potrà godere la nostra città, che nega i numeri innegabili del declino senza curarsi di lottare contro le diseguaglianze.
La manutenzione delle scuole scende da 7 milioni a 1,5 milioni di euro
Tari alle stelle
Abbiamo intervistato l’assessore Pietro Piciocchi che è di tutt’altro avviso
“L’aggregazione di Amiu con Iren che voleva Doria era una svendita”
Sulla mancata aggregazione Amiu-Iren, saltata proprio a fine mandato dell’amministrazione Doria, Piciocchi ha voluto precisare che “l’operazione del 2016 era una svendita della nostra azienda (Amiu) e i cittadini genovesi avrebbero dovuto bere un amaro calice perché se oggi siamo addolorati per un incremento del 14% della Tari, il piano finanziario dell’operazione di aggregazione, certificato da Ernest Young, prevedeva per l’anno 2022 un incremento del 35% della Tari, e questi sono dati oggettivi che sono consultabili da chiunque”.
Dissesto idrogeologico
“In tema di dissesto idrogeologico abbiamo un piano importante nell’ordine di 30 milioni di euro. Tenete conto che a gennaio andremo a inserire due interventi, avendo ottenuto dei finanziamenti da parte dello Stato, il completamento del Rio Fegino dove eravamo alla ricerca di 7 milioni che sono finalmente arrivati e del Rio Noce per quasi 19 milioni di euro”.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.