Web reputation e politica patacca

Pacco, doppio pacco e contropaccotto

Prendere una “sola”, una fregatura, un bidone, o come scritto nel vocabolario Treccani, una buggeratura, buscheratura, chiavata, fregata, frode, giunteria, raggiro, truffa, turlupinatura.
Parole che nonostante la velocità dei tempi non ci hanno mai abbandonato.
Lo si pensa dei vaccini, dei booster, dei virologi, da alcuni considerati dei veri “patacca”. Ma alla stessa stregua sono considerati i giornalisti che producono fake, cioè diffondono false notizie o notizie manipolate.

Certo, la capacità di valutare le notizie, in questo bar diffuso che sono i social, spesso dipende spesso dal proprio livello di istruzione che va di pari passo con l’incapacità comprendere un testo e di cercare verifiche prima di commentare.

Le fregature all’autogrill

Insomma un mondo falso che va oltre la bruciante ma romantica fregatura da autogril, cioè il mattone fasciato per bene nella scatola di un videoregistratore di ultima generazione che, una volta arrivati a casa, avrebbe sancito l’ingenuità del compratore e la scaltrezza del venditore, spesso partenopeo. Proprio come nel film di Nanni Loy, “Pacco, doppiopacco e contropaccotto”, dove l’arte di arrangarsi a scapito del malcapitato di turno, ha raccontato uno spicchio di società italiana alle prese con la sopravvivenza.

Un mondo di Ponzi

Ma la fregatura ha anche una sua connotazione legata al rango sociale. Per esempio, La truffa finanziaria più frequente, fin dagli inizi del ‘900, è sicuramente il cosiddetto “schema piramidale” detto anche “schema Ponzi“, dal nome del suo ideatore. È uno schema che  non invecchiare visato che è stato utilizzato anche in anni recenti da, Bernard Madoff per una delle truffe più eclatanti di tutti i tempi.

Lo schema Ponzi è, in sostanza, una truffa nella quale chi entra per primo ottiene ritorni economici a spese dei successivi “investitori”  Si tratta, in parole diverse, di una specie di “catena di Sant’Antonio”, nella quale vengono promessi interessi molto elevati, pagati agli “investitori” mediante il denaro apportato dai nuovi soggetti che hanno aderito successivamente allo schema.

Il meccanismo si inceppa, ma a questo punto il truffatore ha già preso il volo, quando quando le richieste di rimborso saranno così elevate da superare gli introiti derivanti dalla truffa di altre vittime.

Quando la banca ti frega

Più di recente, e fatto decisamente più grave, è la truffa dei diamanti, perpetrata nel 2016 da un noto istituto bancario raggirando la fiducia dei propri clienti. La nota banca italiana, attraverso i suoi consulenti nelle filiali, proponeva l’acquisto di diamanti a prezzo gonfiato, come si è poi scoperto grazie alle indagini della Finanza.

La truffa funzionava così. La pietra veniva proposta come un investimento con possibilità molto redditizie qualora venisse tenuta per molto tempo. In realtà, il giorno stesso dell’acquisto, la pietra aveva già un valore di molto inferiore, anche del 50%. A guadagnare erano la banca e l’azienda fornitrice delle pietre che è poi puntualmente fallita.
Tutto degno dei migliori Squallor, per chi se li ricorda: “Salve, sono Italo La Corda: dopo aver lavorato 35 anni con responsabilità crescente nella Banca del Tennessee, nun tengo ‘na lira. Vieni da me che ti rovino pure a te”

Le piattaforme di e-commerce

Oggi gran parte delle transizioni commerciali avvengono in rete, su piattaforme di vendita specifiche, e naturalmente il web non è esente da truffe. Il problema principale è dover effettuare il pagamento prima di ricevere la merce e valutarne la congruità. E in caso di fregatura, quasi mai conviene rivolgersi a un legale, soprattutto se il venditore è in un paese lontano e la cifra è di piccola entità.

Ma un sistema commerciale che voglia sopravvivere  trova il modo di arginare il più possibile i truffatori. Con l’aumento esponenziale dell’e-commerce, uno dei presidi a difesa del sistema on line è il fattore reputazione. Se è vero che spesso le cifre sono mediamente piccole e che il danno ìn caso di truffa sia relativamente contenuto, è certo invece che il compratore che ha preso una bidonata segnali il venditore lasciando un feed back negativo che metterà sul chi va là gli altri compratori.

Web reputation

In principio questo sistema è stato applicato da E-bay dove la reputazione è diventata un fattore decisivo per il funzionamento della piattaforma.

L’importanza della web reputation si apprezza quando sullo stesso bene messo in vendita on line, sulla medesima piattaforma, il venditore con maggiori possibilità di successo sarà quello con la reputazione migliore, ricevuta da acquirenti certificati.

La politica, un mondo a parte

Uno dei pochi comparti esente da qualsivoglia regola di reputazione è la politica. Una volta raggiunto lo scopo, cioè l’elezione, il meccanismo con cui si rimane a galla è la partecipazione agli interessi collettivi della “consorteria” di cui si fa parte e il bacino di voti che si riesce a veicolare. Per cui, raggiunto lo scranno, in base alla propria preparazione culturale e politica si possono pubblicizzare prodotti, partecipare a feste da cinepanettone, favorire parenti, amici, o chiunque possa essere portatore di voti.

Il salto della quaglia

In campagna elettorale, i parlamentari fanno tante promesse che sanno già che non manterranno. Poi ci sono gli esperti nel fare il “salto della quaglia” che dopo essere stati eletti, cambiano partito, addirittura schierandosi con i nemici di un tempo, mettendo in discussione i “principi politici” affermati con tanto zelo e fermezza solo qualche giorno prima.

Il cambio di barricata è un costume ormai radicato e che fa parte dell’uomo politico. Un atteggiamento moralmente discubile a cui siamo abituati da sempre.
Ma se qualcuno, stufo di questi atteggiamenti,  volesse intervenire per porre rimedio, quali strumenti avrebbe? Il nostro ordinamento cosa gli consente di fare?

Anche se un noto politico, oggi in lizza per la maggior carica dello Stato parlò di un “contratto” tra lui e gli italiani, da un punto di vista legale, il rapporto tra un politico e i suoi elettori non ha alcun vincolo legale.

In buona sostanza, chi non rispetta la parola data non può essere chiamato ai danni o tacciato di inadempimento. Non può essere citato in tribunale per non aver rispettato l’impegno assunto, neanche se lo mette per iscritto e lo sottoscrive.
Dunque, sul piano puramente formale, non è ravvisabile alcuna violazione di legge nel comportamento del parlamentare che non rispetta le promesse elettorali.

La Costituzione

L’articolo 67 della Costituzione recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Ciò significa che il parlamentare, nello svolgere la propria funzione, deve avere presente l’interesse di tutto il Paese e non quello particolare dei cittadini che lo hanno eletto.

Pertanto, se dopo le elezioni, le ferree convinzioni che hanno consentito l’elezione  venissero meno, il preminente interesse è quello della nazione, per cui l’impegno con l’elettore ha il valore della carta della focaccia.

E visto l’imminente confronto elettorale per le amministrative genovesi e forse per le politiche, dobbiamo aspettarci liste elettorali composte da “beati con le ossa d’asino”, perché la “sola” è dietro l’angolo e deciderà delle nostre vite per molti anni.

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