La capogruppo della Lega: “Un crollo annunciato dalla politica del non vedo non sento e non parlo delle amministrazioni di sinistra che dalla metà degli anni ’80, hanno preferito non vedere e finto di non sapere che quel ponte era da abbattere e da ricostruire”
Genova – La discussione del Consiglio monotematico era sullo spostamento dei depositi costieri da Multedo a Ponte Somalia. Pubblico non presente per la normativa Covid, ma forse il motivo più plausibile è il timore di proteste, soprattutto da parte dei cittadini di Sampierdarena, che alle 14 erano in presidio davanti a Tursi. Molti gli interventi, chi a favore e chi contro, per uno spostamento che Bucci ha già deciso e che farà. Gli interventi dei consiglieri , tutti nel merito, sono diventati quasi irrilevanti quando la consigliera Fontana ha deciso di deragliare sul tema infilando nel suo discorso il crollo del ponte Morandi, per dimostrare l’inettitudine la lentezza della sinistra nel governare. Un commento fuori luogo, con accuse pesanti che però dovrebbero suggerire una maggiore attenzione nell’utilizzo del linguaggio.
Frasi difficili da collocare in un discorso politico, anche duro. Quasi da querela per diffamazione perchè le amministrazioni sono perfettamente identificabili nel ragionamento fatto dalla Capogruppo della Lega. Un inciampo, forse dato dallo troppa sicurezza e dallo strapotere di questa maggioranza che si muove rapidamente e difende le sue componenti anche quando hanno cadute del genere. Siamo abituati al linguaggio sempre più impoverito e semplificato della della politica che ormai si è trasformata in tifo da stadio e riesce a parlare alla pancia delle persone. La politica del “ho sempre ragione”, arroganza, a volte, celata nei panni di un paternalismo vecchi stampo. Ma le parole hanno ancora un peso, e nonostante la difesa d’ufficio dei colleghi in Consiglio Comunale, quelle della Capogruppo Fontana rimangono gravi e difficilmente giustificabili.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.