Si tratta di un sistema di classificazione comunitario che fornisce una patente verde ad attività che diventano finanziabili in quanto sostenibili dal punto di vista ambientale
Bruxelles – Mentre la relazione degli esperti Ue boccia a sorpresa l’inclusione del nucleare e del gas naturale nella bozza della tassonomia europea delle energie sostenibili, l’Italia non prende posizione.
Nella risposta inviata all’Esecutivo Ue la scorsa settimana, infatti, il nostro Paese sottolinea che tale tecnologia è al momento vietata e il nostro coinvolgimento nel settore è pertanto limitato. Dunque non è un no secco ed è lecito pensare che l’Italia non si opporrà in seno al Consiglio a un atto delegato della Commissione che includa il nucleare tra le fonti per gli investimenti verdi.
Lo stesso ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, alla presentazione del Rapporto annuale sull’efficienza energetica dell’Enea, nel dicembre scorso, aveva detto: “È il momento di studiare qualunque tecnologia che ci aiuti a decarbonizzare, compreso il nucleare di quarta generazione e la fusione nucleare”.
L’Italia potrebbe puntare i piedi, invece, sul gas perché considera la soglia standard dei 100 grammi di Co2 per kWh troppo bassa e deleteria per i nostri impianti che producono gas. Con questi limiti, investimenti per circa 10 miliardi di euro non avrebbero la patente verde.
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