L’emergenza sanitaria ha amplificato problemi irrisolti e sottovalutati da anni
Genova – La situazione dei bambini e delle bambine disabili, come da alcuni mesi USB sta segnalando, continua ad essere drammatica. Con l’emergenza Covid c’è stato un peggioramento notevole dei tempi di attesa per ottenere le certificazioni 104 e per l’inizio della terapia riabilitativa di cui i bambini necessitano.
La necessità di terapia riabilitativa in tempi utili
“Avere la certificazione 104 in tempi “normali” significa permettere al soggetto in questione che si attivi tutto ciò di cui necessita, come per esempio avere l’insegnante di sostegno a scuola, un educatore qualora necessario, nonché svolgere la terapia riabilitativa. L’intervento precoce è lo strumento principale per permettere ai bambini con disabilità di avere uno sviluppo più armonico tale da garantire, quantomeno a chi ha una disabilità non grave, un percorso di vita il più possibile indipendente, potendo di conseguenza partecipare, da adulti, alla vita sociale e lavorativa in maniera dignitosa. Non poter accedere alla terapia riabilitativa nei tempi utili significa peggiorare le fragilità di cui sono affetti i soggetti con disabilità, cancellando il loro diritto alla salute e al soddisfacimento dei bisogni speciali, come sancito dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989”.
Bambini in lista d’attesa da 4 anni
Nella nota inviata da USB si legge anche che ” ci sono bambini rimasti in lista di attesa anche quattro anni. In queste situazioni potevano effettuare la terapia solo quei bambini con famiglie in grado di permettersi una terapia riabilitativa privatamente. Finalmente la lista di attesa dei 1200 bambini disabili comincia a scorrere, ma questo non basta a risolvere il problema. Con la pandemia è aumentato anche notevolmente il disagio dei ragazzi in età adolescenziale”.
Un piano per assumere personale
Il Presidio ha lo scopo di chiedere aumento del numero di specialisti che formano la commissione che certifica la 104 e che gli incontri tornino ad essere in presenza e non a distanza. Oltre a questo il sindacato chiede anche il ripristino della figura fondamentale dell’assistente sanitario che svolgeva un ruolo di raccordo fra scuola e ASL. Un altro problema da risolvere è l’eliminazione del numero chiuso alla specializzazione in neuropsichiatria per risolvere la carenza di medici e la predisposizione di un piano di assunzioni che indichi chiaramente quanti medici verranno assunti.
Il presidio avverrà davanti al Pronto Soccorso dell’ospedale Villa Scassi venerdì 28 gennaio alle ore 10, in coincidenza con lo sciopero nazionale della sanità proclamato da USB.
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