Imprenditore condannato per detenzione di armi, padre di un ex azzurro campione del mondo con l’Italia nel 2006
Bologna – La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a un decreto di sequestro emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, su proposta del Direttore della DIA, nei confronti di un indiziato di appartenere alla ‘ndrangheta operante in Emilia-Romagna. Ne abbiamo parlato QUI e QUI
Pena ridotta da 19 a 13 anni
Il proposto, raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere nel gennaio 2015 nell’ambito dell’operazione denominata “Aemilia”, è stato condannato nel 2018 dal Tribunale di Reggio Emilia a 19 anni di reclusione, pena successivamente rideterminata, in sede di appello, a 13 anni per i reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni.
Volto pubblico dell’associazione a delinquere
Il ruolo di G.I., come accertato nel corso delle indagini svolte sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, corroborate dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, era quello di “volto pubblico” della associazione mafiosa, in grado, quale imprenditore di successo, di fungere da chiave di accesso per i sodali negli ambienti della imprenditoria e delle Istituzioni.
Sequestrati 71 immobili
Gli accertamenti effettuati dalla D.I.A. hanno consentito di acclarare, come riconosciuto dal Tribunale di Bologna, una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato. Il provvedimento di sequestro ha interessato due società operanti del settore dell’edilizia, 71 immobili ubicati nelle province di Reggio Emilia, Brescia e Crotone, 2 autovetture e numerosi rapporti bancari per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.
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