Lo studio della commissione glaciologica della Sat: “Non contrasta il cambiamento climatico ma contribuisce ad aggravarlo”
Trento – “Coprire i ghiacciai con i teloni bianchi geotessili per proteggerli dalla radiazione solare e dal calore non è una pratica molto diffusa, ma se ne sente parlare sempre più spesso. È un argomento suggestivo, che nonostante il freddo del ghiaccio, tocca tematiche calde, quali il cambiamento climatico, il riscaldamento globale e il ritiro dei ghiacciai alpini. Ma coprire i ghiacciai non significa salvarli perché la copertura dei ghiacciai non è una soluzione ma parte del problema”.
È la conclusione a cui è arrivato lo studio della commissione glaciologica della Sat, la Società alpinistica tridentina più antica dell’arco alpino, e del Muse di Trento.
“Come studiosi che si occupano di ghiacciai e clima siamo preoccupati per l’ambigua comunicazione spesso accompagnata alla divulgazione di questi progetti – si legge nella relazione scientifica -. Raccontare la copertura dei ghiacciai come una soluzione agli effetti avversi del cambiamento climatico non è soltanto sbagliato, è anche un tentativo di greenwashing per descrivere un intervento impattante sull’ambiente da numerosi punti di vista, come sostenibile e anzi addirittura auspicabile. Questa narrazione rischia di creare confusione e compromettere la sensibilità ambientale che con fatica si è consolidata negli ultimi anni. Considerati gli effetti negativi sull’ambiente e i costi proibitivi, coprire i ghiacciai può avere senso solo localmente per tutelare gli interessi economici legati allo sfruttamento di specifici ghiacciai – concludono i ricercatori -. Non ha invece nulla a che vedere con il contrasto al cambiamento climatico che anzi contribuisce ad aggravare”.
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