Europa Verde: “Lo sa di essere lui il Ministro della Repubblica Italiana responsabile della Transizione Ecologica?”
Genova – “Noi non abbiamo un piano B” per combattere il cambiamento climatico, “e i rischi sono chiarissimi: se arriviamo al 2050 con più di due gradi medi di riscaldamento avremo mari che sommergono le città di costa; non avremo l’acqua dolce; ci sarà l’acidificazione degli oceani. Davanti a una catastrofe di questo genere, dobbiamo mettercela tutta. Ma non veniamo con le ricette di Wikipedia dove è tutto pronto, perchè non è così”.
Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso dell’incontro “Italia Domani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, a palazzo Ducale a Genova.
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Rispondendo a una domanda sul nucleare Cingolani ha fatto imbestialire i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che in una nota gli chiedono se lo “sa di essere lui il Ministro della Repubblica Italiana responsabile della Transizione Ecologica”.
“Al netto dei leoni da tastiera non è successo nulla di particolare”, ha detto il ministro riferendosi agli ambientalisti e aggiungendo che “la tassonomia europea è un documento finanziario che dice dove si può investire”, per poi precisare anche che “quello che è stato detto è banalmente questo: le sorgenti che non emettono CO2 sono considerate verdi, quelle che ne emettono tanta non sono verdi e quindi non è bene investirci sopra. Il nucleare non emette anidride carbonica, non è colpa mia, è così. Allora siccome non emettere anidride carbonica, e l’atto delegato guardava solo ai gas serra, risulta verde. Mi dispiace è così”.
Peccato che qualsiasi centrale nucleare produca scorie radioattive, che vanno dal semplice bullone fino alle componenti più grandi come i contenitori. Ma su questo Cingolani è stato lapidario: “Se avessero detto: genera scorie radioattive? Sì. Allora il nucleare non sarebbe stato verde. Ma lì si tratta di uno specifico aspetto, non va ideologizzato”.
Sarà. Però pensare di finanziare l’energia nucleare perchè non emette CO2 sottovalutando il problema delle scorie e dire anche che la transizione ecologica guarda al futuro delle giovani generazioni è un paradosso. E infatti chi si beccherà queste scorie da gestire se non proprio i giovani?
“Guardiamo in faccia le cose”, continua Cingolani che tiene a precisare di essere stato travisato nelle sue dichiarazioni sul nucleare: “Nel nostro Paese abbiamo avuto due referendum che hanno detto che il nucleare in Italia non si deve fare. La legge dice questo e non si discute. Quello che ho detto io è una cosa un po’ diversa. Siccome in futuro dovremo valutare energy mix diversi, dove non ci sarà più il gas, e non è detto che le rinnovabili con gli accumulatori possano bastare, valutiamo altre possibilità”.
Come dire che la fame di energia giustifica il fatto di rimettere il nucleare al centro del dibattito. E infatti aggiunge: “Non può essere il nucleare di vecchia generazione come quello che c’è in Francia perchè fa molte scorie, ha dei pericoli indubbi e costa moltissimo, ma si affacciano all’orizzonte nuove tecnologie”.
Il riferimento è ai reattori cosiddetti di quarta generazione, quelli dei famosi rompighiaccio russi che, sostiene Cingolani, sono “l’opzione più concreta”, usata “dalle portaerei o da alcuni sommergibili che vanno con dei motori nucleari motori piccoli, a circolo chiuso”.
Sono mini reattori a fissione che arrivano a produrre circa 300 MegaWatt, “tutte le grandi compagnie stanno studiano per capire se questi motori che già esistono possono diventare dei grossi generatori. Quello che ho detto è: vogliamo vedere se fra dieci anni alcune di queste prestazioni siano ambientalmente sostenibili, economicamente sostenibili, e se il rifiuto radioattivo sarà come sembra, cioè molto poco e con un decadimento più veloce e non migliaia di anni? È solo un invito a fare ricerca e sviluppo”.
E qui arriva un’altra stoccata agli ecologisti: “Non bisogna temere quello che non si capisce, bisogna studiarlo”, dice il ministro che poi rilancia: “Ci sono 14 paesi in Europa che usano il nucleare, ma veramente pensate che qualcuno gli può mettere un dito in un occhio e dire da adesso non ci si investe più? Non esiste giusto o sbagliato in assoluto. Giusto e sbagliato si riferiscono alle diverse situazioni di partenza”.
È l’ultima goccia che fa imbestialire i Verdi europei: “Ancora una volta il Ministro parla di ‘transizione giusta’. Abbiamo capito qual è la transizione giusta del Ministro Cingolani. Lo hanno capito tutti, lo hanno capito i giovani ma anche gli imprenditori a cui ha irresponsabilmente rivolto la mannaia della tassazione per quanto riguarda le energie rinnovabili: una vergogna. La transizione giusta del Ministro Cingolani è fatta di fonti fossili e guerra all’auto elettrica. In sintesi, la difesa dello status quo”.
Quindi concludono: “A un Ministro che oggi si interroga e ci comunica la necessità di realizzare impianti di energie rinnovabili il prima possibile, domandiamo se è consapevole di essere lui il Ministro della Repubblica Italiana responsabile della Transizione Ecologica. Le fonti rinnovabili, nel nostro Paese, vengono installate a un ritmo tale che raggiungeremo gli obiettivi previsti dall’Europa per il 2030 con ben trent’anni di ritardo. Non per via degli ecologisti ma grazie alla sua inerzia e, aggiungiamo, inadeguatezza”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.