Il Sindaco ha incontrato Cingolani oggi, nella tappa genovese di “Italia Domani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”
Genova – Genova è “pronta a gestire i soldi del Pnrr in tempi rapidi, abbiamo dimostrato con la costruzione del ponte San Giorgio cosa vuol dire lavorare in un certo modo ma ciò di cui abbiamo bisogno è la semplificazione”.
Parola di Marco Bucci che stamattina, nel corso del convegno sul piano nazionale di ripresa e resilienza, “Italia Domani”, ha fatto le sue richieste al ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e a Marco Leonardi, capo del dipartimento per la Programmazione economica della Presidenza del Consiglio, entrambi in città per spiegare progetti e risorse del Pnrr per la Liguria.
Bucci ha po aggiunto che “il modo di lavorare che abbiamo messo in atto con il ponte di Genova vorremmo fosse applicato a tutti gli altri progetti, in questo modo noi possiamo garantire di arrivare in fondo”.
Il Sindaco ha anche ricordato che per la città di Genova sono in arrivo dal Pnrr oltre un miliardo di euro, cinque provengono da altri fondi, ma restano ancora da trovare altri due miliardi per portare a termine due progetti importanti. Uno di questi “è il porto ecosostenibile, che per essere completato ha bisogno di altri 800, 900 milioni – ha detto Bucci -, e poi il progetto per portare a Genova il cloud nazionale” per i dati della pubblica amministrazione. “Un sistema digitale che ci consenta di avere l’ottimizzazione dell’arrivo dei cavi internet, e aspettiamo che il ministero, non quello di Cingolani, quello di Colao, ci dia la possibilità di avere anche questo progetto finanziato. Dopodiché avremo veramente delineato il futuro di questa città”.
Insomma, ha ricordato il Sindaco, “da Genova a 1000 anni fa hanno cominciato a passare le merci, poi dopo le merci sono passate le persone, poi dalle persone è passata la cultura che veniva da tante altre civiltà del Mediterraneo, ecco oggi arrivano i dati e devono tutti muoversi veloci, persone, cultura, dati e merci, senza problemi e con un’infrastruttura che sia a livello mondiale. E scusate se lo dico – ha concluso – abbiamo veramente la possibilità di fare il numero uno al mondo”.
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