I due blocchi politici più consistenti sono in corsa per contendersi la poltrona del Primo cittadino. Marco Bucci da una parte e Ariel Dello Strologo dall’altra, dovranno convincere i genovesi di essere la scelta giusta fino al 2027
Genova – Quindi è tempo di bilanci per chi ha governato e di proposte alternative e credibili per chi vorrà governare.
L’amministrazione in carica, nell’“ammuina”di iniziative nazional-popolari corredate di comunicati stampa, comparsate, transenne spostate, operazioni dovute trasformate in miracoli, come l’apertura di strade, il ripristino di parchi e giardinetti, ha messo a segno qualche colpo che sarà destinato a pesare su questa campagna elettorale. Certo, la totale staticità dell’amministrazione di Marco Doria diciamolo, ostaggio del PD, ha aiutato Marco Bucci, manager abituato ad essere operativo e iper attivo, a dare una sorta di sveglia a una città avvolta nel torpore e incatenata alla logica delle solite lobby.
I “caminetti genovesi”
I “caminetti” sono rimasti, sempre gli stessi, trasversali a tutte le amministrazioni e finanziatori di qualsiasi fondazione che raccolga fondi elettorali. Ormai certi imprenditori fanno parte del panorama di questa città e coprono tutti gli spazi possibili rendendo, per gran parte, l’economia della città troppo asfitticca per essere appetibile a chi guarda Genova come una città proiettata sul Mediterraneo e verso il Nord Europa. Schiacciata tra mare e monti, con un bisogno quasi isterico di spazi, i nomi che in porto hanno lottizzato quasi tutto sono fatalmente ricorrenti.
I fatti e i non fatti
Come dicevamo, i colpi messi a segno da Bucci sono la demolizione delle dighe di Begato, la realizzazione del water front di Levante, che, nel bene o nel male, fa intravvedere il futuro a una zona urbanisticamente devastata come la Fiera del Mare, una sorta di pace sociale raggiunta con i lavoratori di AMT che con la giunta Doria dettero vita a una protesta senza precedenti, i lavori a Scarpino, riaperta e in parte modernizzata dopo la chiusura e le inchieste del 2014. E poi la rapida costruzione del Ponte Genova San Giorgio che ha preso il posto del Morandi crollato sotto il peso dell’incuria e della negligenza di chi lo aveva in concessione.
Anche in questi anni però, il centro città, cuore amministrativo e dello shopping, ha stentato a rallentare la sua decrescita, e siamo stati testimoni di chiusure e fallimenti che hanno dato di Genova un’immagine tutt’altro che lusinghiera. In particolare il fallimento dell’imprenditore Gregorio Fogliani di Qui Group, l’amico di tutta la politica da destra a sinistra, che nel silenzio della Sala Rossa, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, ha messo in mezzo alla strada centinaia di persone.
L’assessore pluri-delegato
Tutto bene quindi? No, il racconto fatto fin qui è quello che un’attiva e a volte frettolosa comunicazione ha fatto vedere ai cittadini attraverso il racconto dei media, alcuni dei quali talmente “embedded” da non rappresentare una fonte credibile di contradditorio. Parte del Ponente, della Valbisagno e della Valpolcevera, sono rimaste al palo. La “vocazione industriale” etichetta che le periferie hanno dall’epoca fascista, non è stata rimossa né sono arrivate operazioni di ricostruzione del tessuto sociale, lasciato solo a sè stesso da decenni. E questo lavoro andava fatto, da subito, perché c’erano le energie e le risorse per farlo. Il tentativo di “bonificare” San Pier D’Arena con azioni muscolari, o rinnovare Certosa con enormi murales che sanno tanto di “stucco e pittura fan bella figura” hanno lasciato sul piatto il grande problema della sanità, della pulizia e di ampie fasce di disagio e solitudine. Senza parlare del Cimitero Monumentale di Staglieno che da possibile “attrazione” turistica, proprio perché ricco d’arte e di storia, sta diventando un cumulo di macerie. E di questo ne è ben conscio Pietro Piciocchi, pluri-assessore di questa amministrazione, che sa di dover ancora fare molto in questo senso e in queste porzioni di città che sembrano destinate ad essere poli logistici per dei container vuoti.
I depositi, i cittadini e i comitati
Oggi su questa amministrazione pesa la decisione di spostare i depositi chimici da Multedo a San Pier D’Arena. Scelta impopolare che ha scatenato le proteste di cittadini e comitati ma che ha visto i festeggiamenti di altri cittadini e di altri comitati. L’affare sembrava concluso, con il dislocamento a Ponte Somalia. Non sembra così, almeno per adesso. L’impressione è che su questa decisione Marco Bucci, il regista di questa vicenda, stia valutando altre opzioni, altre zone del Ponente. Insomma, rimangono le proteste, frenano i festeggiamenti, si traccheggia.
Un passo falso del Sindaco decisionista? In parte sì, o forse un calcolo elettorale sottile e forse efficace. Prendere una decisione rimasta sospesa per decenni, accontentare gli elettori del Municipio VII, in mano a Claudio Chiarotti del Centro Sinistra, e rinunciare a quelli di San Pier D’arena. Oggi scrivere della destinazione dei depositi chimici senza essere smentiti è difficile. Si parla di Prà, di Voltri, del porto in maniera generica. Il Partito Democratico, per chi fosse di memoria corta, li avrebbe messi sotto la Lanterna, nell’ex carbonile.
Come ha dichiarato Il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in un’intervista, la politica negli ultimi 5-6-7 anni è cambiata, e quindi con la stessa rapidità cambiano i progetti e le alleanze, cambiano anche i candidati, e i partiti.
L’alternativa del Polo Progressista
Solo noi cittadini rimaniamo testimoni fissi, anzi spettatori paganti di uno spettacolo che a volte è disarmante.
Ma oggi Bucci ha un competitor. Finalmente il Polo Progressista, ha scelto l’oppositore del Sindaco che grida. Ariel Dello Strologo è pacato, riflessivo, un buon rappresentante della borghesia genovese, ex membro del Consiglio di Amministrazione di Superba. Eh sì, perché il tentativo è di cambiare nella continuità, perché ci sono da prendere un sacco di quattrini in arrivo, ci sono da fare le grandi opere, da stringere mani importanti.
E nel merito, stamattina in un lungo post su un social, proprio Pietro Piciocchi prende al balzo le prime frasi di Ariel Dello Strologo per commentare “comprendo già quale sarà il terreno e i clichè su cui sarà impostata la campagna elettorale della sinistra per le prossime comunali: grandi discorsi su diseguaglianze, solidarietà, ambiente, sviluppo sostenibile, periferie, sul presupposto che sarebbero questi gli argomenti su cui l’Amministrazione attuale è in difetto.
Non avrebbero potuto sfidarci su terreno migliore e li ringrazio davvero tanto”.
Poi Piciocchi parte con l’elenco delle cose fatte.
“Diseguaglianze: dopo le infinite chiacchiere del passato, questa è la Giunta che ha demolito le dighe di Begato e varato il più grande piano di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica della Città di Genova.
È la Giunta che in questi anni di pandemia ha materialmente aiutato chi era più in difficoltà con misure straordinarie, solo per citarne alcune: l’emergenza alimentare, con interventi economici che sono andati ben oltre di quanto messo a disposizione dal Governo, la moratoria sul debito degli inquilini morosi incolpevoli delle case popolari, l’aiuto al mondo dello sport e alle associazioni inquiline degli immobili del patrimonio civico, completamente esentate dal pagamento dei canoni, e potrei continuare a lungo ma non voglio annoiare.
Solidarietà: questa è la Giunta che ha investito più risorse per il potenziamento dei servizi sociali, quasi 70 milioni di euro all’anno, molto di più di quanto non fosse speso in passato: basta comparare i dati del bilancio del Comune per convincersene.
Ambiente: questa è la Giunta che ha lottato per conseguire e alla fine ha ottenuto i più importanti finanziamenti pubblici per la decarbonizzazione e per il potenziamento del trasporto pubblico: su questi temi c’è una ottima collaborazione con il Governo che ha capito – e ci ha anche detto per bocca di alcuni ministri e dirigenti – che a Genova le cose si decidono e si fanno.
Questa è la Giunta che, insieme ad Autorità portuale, sta portando avanti il progetto per la completa elettrificazione delle banchine del porto di Genova.
Inoltre, proprio in questi giorni stiamo lavorando ad uno straordinario programma di valorizzazione del nostro sistema dei forti e dell’acquedotto storico per rendere questi luoghi sempre più fruibili e presenti nella vita dei nostri cittadini e dei turisti.
E anche qui potrei continuare molto a lungo.
Sviluppo sostenibile: su questo è sufficiente ascoltare quanto dichiarato mercoledì dal Presidente del Consiglio dei Ministri che ha rimarcato l’esempio di sviluppo che la nostra Città è diventata per l’Italia.
Ripeto: non lo dico io, chi vuole approfondire vada ad ascoltarsi le parole del Presidente Draghi a Palazzo San Giorgio.
E in effetti la catena di grandi opere che sono partite, che porteranno indotto e posti di lavoro, è davvero impressionante.
Alcune sulle ceneri e i disastri del passato, come il Waterfront di Levante, completo fallimento della precedente Giunta.
E proprio in questi giorni stiamo varando nuovi bellissimi programmi legati al PNRR.
Periferie: Dello Strologo parla di periferie e dice che le deve girare per conoscerle.
Buon tour: se vuole può venire con noi che attraversiamo tutti i giorni più volte al giorno questa Città e ormai la conosciamo bene a patto che accetti il principio che a Genova non esistono periferie, che abbiamo una meravigliosa Città policentrica e che, come attesta il nostro piano triennale delle opere pubbliche, ci sono importantissimi investimenti in tutto il territorio cittadino, da Levante a Ponente, Valli ed entroterra compresi”.
Piciocchi parla da leader
Ma la parte più interessante del post di Piciocchi è quello dove dice: “Chi mi conosce sa che faccio autocrtitca e non sono certo il tipo che dice che tutto va bene o nasconde i problemi che, invece, mi piace affrontare e risolvere: so bene i temi sui quali si deve migliorare e lo faremo.
Ma in questi anni abbiano lavorato tanto su queste e altre direttrici per rimettere in moto una Città trovata nella paralisi e nella depressione più totale, sicché certi clichè mi fanno proprio sorridere, soprattutto se provengono da chi, persona rispettabilissima, è comunque pienamente organica al sistema che governava Genova prima di questa Giunta, avendo avuto anche ruoli di responsabilità in quel contesto: pronto a dibatterne con chiunque in ogni momento, portando fatti e non chiacchiere, senza fare grandi filosofie”.
E qui Piciocchi scrive da leader non da assessore, e ammette di essere propenso all’autocritica, parola fino ad oggi sconosciuta nel lessico di Marco Bucci, che preferisce i panni del condottiero impavido.
Per Genova forse le sorprese sui candidati non sono finite.
fp
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