Le famiglie tagliano gli acquisti di abbigliamento, benzina, carne, scarpe, cosmetici
Nove italiani su 10 sono preoccupati per i rincari delle bollette di luce e gas, delle materie prime, dei beni di consumo, dei prodotti alimentari e per l’inflazione in generale. Per questo saranno costretti a ridurre i consumi – oltre che di elettricità, gas e carburanti – anche di numerosi prodotti, a partire da abbigliamento, scarpe, cosmetici, carne, salumi e pesce.
In più, circa un italiano su due vede prospettive negative per la situazione economica e dei livelli di risparmio della propria famiglia.
È quanto risulta dalle risposte a un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’AreaStudi dell’associazione insieme con il partner di ricerca Ipsos.
Le preoccupazioni degli italiani
Secondo l’indagine, a guidare la classifica l’aumento delle bollette della luce (che preoccupa, tra molto e abbastanza, il 93% degli intervistati), seguito da quello dei prezzi delle materie prime (92%), delle bollette del gas (91%), dei beni di consumo (90%), dei prodotti alimentari (88%).
L’87% degli intervistati, infine, afferma di essere preoccupato per l’inflazione.
Riduzione dei consumi soprattutto tra giovani, residenti nel mezzogiorno e classi sociali più basse
Valori più alti si registrano nel ceto popolare, la cui percentuale più alta di preoccupazione si registra per l’aumento dei prezzi dei beni di consumo. Al top di settori e prodotti dove gli italiani hanno registrato i maggiori rincari sono gas, energia elettrica, benzina e gasolio (indicati dal 96% degli intervistati), seguiti, nei primi posti, da frutta e verdura (91%), pane e pasta (86%), carne (84%), pesce (82%), formaggi (78%). Anche in questo caso, a percepire maggiormente gli aumenti è il ceto popolare, soprattutto per quanto riguarda i prodotti alimentari (il 95% per frutta e verdura, il 90% per pane e pasta, l’88% per la carne). Conseguenza diretta dei rincari, la previsione di dover ridurre o tagliare in modo consistente (fino alla rinuncia) i propri consumi.
Una tendenza che sarà più marcata per i giovani tra i 18 e i 30 anni, i residenti nel mezzogiorno e le classi sociali più basse. Anche qui, al top il gas e l’energia elettrica, con il 79% degli intervistati che prevede riduzioni di consumo (il 49% di entita’ limitata, il 26% tagli consistenti, il 4% la rinuncia). Al secondo posto l’abbigliamento con il 71% di riduzioni (per il 39% limitate, per il 23% consistenti, per il 9% la rinuncia) e al terzo, sempre con il 71% complessivo, la benzina e il gasolio (per il 44% limitate, per il 23% consistenti, per il 4% la rinuncia). Seguono le scarpe, con riduzioni dei consumi del 68% (40% limitate, 21% consistenti, 8% rinuncia), i cosmetici con riduzioni del 67% (37% limitate, 20% consistenti, 10% rinuncia), la carne con riduzioni dei consumi del 61% (41% limitate, 15% consistenti, 5% rinuncia).
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