Gip di Latina: “Gervasi tentò di depistare le indagini”
Roma – La sindaca di Sabaudia “Giada Gervasi, grazie al suo ruolo istituzionale, si è mostrata una abile dissimulatrice dei fatti e spregiudicata nel portare a termine i reati per fini politici”. Lo scrive il gip di Latina nell’ordinanza con cui ha disposto 16 misure cautelari. Nel provvedimento di oltre 500 pagine il giudice scrive che fu proprio la sindaca di Sabaudia a “richiedere al Prefetto di Latina la convocazione del comitato provinciale per l’ordine la sicurezza pubblica all’indomani dell’attentato nella sede del Parco Nazionale del Circeo, salvo poi approfittare di tale situazione per influenzare i controlli nei confronti dei titolari delle attività balneari riconducibili ai propri avversari politici”. Inoltre “gli indagati hanno cercato finanche di deviare le indagini.
Depistare le indagini
In particolare è emerso nel corso dell’indagine il tentativo della sindaca Gervasi di accreditarsi quale “confidente” dei Carabinieri di Sabaudia al fine di depistare eventuali indagini o responsabilità a suo carico ed indirizzarle falsamente nei confronti di alcuni capi settori e di un assessore tanto da dichiarare falsamente di aver chiesto a quest’ultimo le dimissioni”. Per il gip le “false confidenze effettuate dalla Gervasi sono state smentite dalle intercettazioni telefoniche, nel corso delle quali è emerso che all’assessore ai lavori pubblici non vennero chieste le dimissioni bensì fu una sua scelta. Il comportamento della Gervasi appariva funzionale a precostituirsi un alibi qualora vi fossero state indagini nonché un probabile tentativo di depistaggio”.
Concessioni demaniali
Al centro dell’indagine anche le concessioni demaniali rilasciate dal Comune di Sabaudia dove quarantacinque attività balneari sarebbero state particolarmente favorite. Nel provvedimento dove viene fatta la ricostruzione dei fatti è stato accertato come il Comune di Sabaudia abbia sospeso il procedimento di revoca delle concessioni ad alcuni stabilimenti e chioschi del litorale, grazie alla “vicinanza” con i concessionari.
Inchiesta nata nel 2019
L’inchiesta è iniziata nel novembre 2019 a seguito dell’incendio alla centrale termica dell’Ente Parco Nazionale del Circeo e alle minacce al comandante della stazione carabinieri Forestali Parco di Sabaudia.
Alla sindaca Giada Gervasi sono contestati undici episodi di turbativa d’asta e uno di corruzione in relazione ad alcuni appalti per il mondiale di canottaggio che si sarebbe dovuto svolgere nella cittadina pontina nel 2020.
L’attenzione degli investigatori si è concentrata su alcune aziende favorite dall’amministrazione comunale, sia nella realizzazione delle strutture sia nell’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione. Il giro d’affari stimato è di circa un milione di euro.
Il Circeo
Gli investigatori hanno anche evidenziato episodi di peculato corruzione e falso che sarebbero stati compiuti da appartenenti ai Carabinieri Forestali di Sabaudia, nella fattispecie per il taglio di alberi con la scusa della necessità per incolumità pubblica, favorendo ditte compiacenti, alle quali venivano affidati i lavori. Gli episodi di turbativa d’asta sarebbero stati commessi dal direttore del Parco Nazionale del Circeo dell’epocaPaolo Cassola, anche lui finito ai domiciliari, che aveva affidato ad alcuni imprenditori a lui vicini la realizzazione di alcuni progetti prima ancora la determina fosse approvata.
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