Calenda: “Non considero Fratelli d’Italia un interlocutore”
Genova – In politica non si dà nulla per scontato. Probabilmente gli equilibrismi e i magheggi dei vari protagonisti al vertice hanno la capacità di trasformare un risultato quasi certo in un’incognita a pochi mesi dal voto.
E capiamo perfettamente l’ottimismo che pervade i sostenitori del candidato di Centro Sinistra, Ariel Dello Strologo, che sicuramente guarda con interesse ai litigi della compagine avversaria.
Il “carico” nella campagna elettorale lo ha messo ieri Carlo Calenda di “Azione”, che ha dichiarato di non ritenere Fratelli d’Italia un interlocutore possibile ma ha offerto il suo endorsment a Marco Bucci, Sindaco uscente.
A Calenda ha risposto in una nota Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Siamo contenti che Calenda inviti a votare l’ottimo sindaco di Genova Marco Bucci. Dopo aver annunciato che non considera Fratelli d’Italia come un interlocutore, e nonostante non sia ancora chiaro chi glielo abbia chiesto, non possiamo non notare l’anomalia della sua scelta. Calenda infatti ha deciso di sostenere un sindaco che non è solo espressione dell’intero centrodestra, ma che fu eletto in ticket proprio con un vicesindaco di FdI. Un ruolo, quest’ultimo, incarnato prima da Stefano Balleari, oggi capogruppo in Regione, e ora dall’ottimo professor Massimo Nicolò. Informiamo Calenda che i risultati di Bucci sono indubbiamente frutto del suo lavoro, ma anche del leale, costante e determinante supporto della sua coalizione, della quale Fratelli d’Italia è e sarà ancora di più parte integrante”.
Quindi dopo le avance di “Italia Viva”, arrivano quelle di “Azione”, nell’intento di spostare un po’ al centro la prossima amministrazione comunale di Genova. Operazione che sta tentando anche Enrico Letta, Segretario del Partito democratico, che “parla con tutti”.
Ma anche di Giovanni Toti che ha voglia di quel grande centro che per quasi mezzo secolo ha governato l’Italia.
Certo, andrebbero fatti dei distinguo tra la politica della prima Repubblica a quelle odierna. Lo spessore e la preparazione della classe politica naufragata con tangentopoli non è certo la stessa di oggi, spesso fragile sui concetti e con una certa tendenza allo slogan piuttosto che ai contenuti. E poi il partito di Giorgia Meloni non è mai stato così forte. Che sia questo a far paura?
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