Grondacci: “Il Presidente della Regione non ha titolo per chiedere la riapertura”
Genova – “L’Italia è più esposta di altri Paesi perché non abbiamo fonti energetiche o non abbiamo voluto, peggio, coltivare e alimentare fonti energetiche proprie che io mi auguro il governo oggi voglia attivare nel più breve tempo possibile. L’Italia ha la possibilità di avere gas proprio, abbiamo giacimenti, anche di petrolio. Abbiamo possibilità e dobbiamo farlo”.
Lo ha scritto il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, sul suo profilo Twitter.
“Spero – ha continuato – che quello che sta accadendo in questi giorni non venga dimenticato troppo presto, essere autonomi come fonti di energia, diversificarle, avere una bolletta energetica sostenibile per lo sviluppo delle imprese è qualcosa che i governi del passato avrebbero dovuto fare e che oggi in ritardo dovremmo rimediare”.
E poi ha aggiunto “bisogna mettere in sicurezza energetica il Paese” e dunque occorre “riaprire subito le centrali a carbone come ha fatto la Germania”.
Affermazioni forti e pericolose che non sono sfuggite a Marco Grondacci, giurista ambientale in prima linea anche sulla questione della centrale Enel di La Spezia, che sul suo blog, Note di Grondacci, ha subito commentato che “la normativa sulla gestione delle centrali in stato di emergenza permette l’apertura di impianti come quello spezzino in deroga alle vigenti norme ambientali, per periodi limitati, ma senza gli incentivi del Capacity Market perché questi vanno solo a centrali che rispettano certi limiti alle emissioni di CO2 cui l’impianto spezzino non può attenersi”.
Non solo.
“Gli interlocutori istituzionali sono il Ministero dello Sviluppo Economico e Terna, la società responsabile della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete. Dunque Toti non ha alcun titolo per chiedere la riapertura delle centrali a carbone, riapertura che tra l’altro in Liguria è possibile solo su Spezia essendo quella di Genova non più utilizzabile. E se quella di Toti è una richiesta al Governo, avrebbe dovuto motivarla con dati alla mano per dimostrare l’emergenza sulla sicurezza del sistema elettrico. Ma numeri questo signore non ne fornisce”.
Tra l’altro, e lo precisa ancora Grondacci, “i dati sugli impianti a gas esistenti e potenziati dimostrano che a oggi non esiste nessuna emergenza nazionale. Tanto più che non è previsto nessun blocco dall’est europeo, blocco che ad oggi non è all’ordine del giorno neppure nelle proposte di sanzioni di USA ed Europa verso la Russia”.
Infine, “anche se ci fosse un’emergenza dichiarata, l’aumento dell’estrazione del gas nazionale non la potrebbe affrontare per tempi tecnici e per la quantità limitata di gas estraibile dai giacimenti nazionali”.
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