Oggi pomeriggio si riunirà il Consiglio Affari Esteri. L’attivazione dello strumento di sostegno militare consentirà all’Ue di inviare armi difensive e le cosiddette “little weapons” all’esercito ucraino
Bruxelles – Tra le misure che entreranno in campo con l’attivazione dell’European Peace Facility c’è anche il rimborso finanziario, da parte dell’Ue, agli Stati che invieranno armi all’Ucraina.
È quanto spiega un alto funzionario europeo in vista del Consiglio Affari Esteri di questo pomeriggio.
L’attivazione dello strumento di sostegno militare permetterà all’Ue di inviare armi difensive e le cosiddette ‘little weapons’ all’esercito di Kiev.
Per evitare che uno o più stati pongano il veto all’attivazione dell’European Peace Facility, per la quale è necessaria l’unanimità, Bruxelles sta valutando l’ipotesi di introdurre la possibilità di “un’astensione costruttiva”. Allo stesso tempo verrà messo in campo un parallelo sostegno umanitario. Lo strumento dell’Epf può contare su un massimale di oltre 5 miliardi, che non rientra nel computo del budget europeo ma è finanziato da tutti i Ventisette.
Secondo il funzionario, si tratterebbe di “una svolta in termini di politica estera europea” che, come la pandemia, potrebbe potrebbe “rafforzare l’integrazione europea”.
Tra gli Stati del vecchio continente che hanno deciso di inviare armi all’Ucraina, sia chi ha già autorizzato l’export sia chi ha annunciato di essere pronto all’invio di aiuti militari, ci sono Germania, Francia, Paesi Bassi, Danimarca, Olanda, Belgio. Dal lato del fronte baltico stanno collaborando con Kiev l’Estonia, la Lettonia, e la Lituania. In Europa centrale la Repubblica Ceca, la Polonia e la Slovacchia. E poi Londra. L’Italia potrebbe accordarsi nelle prossime ore.
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