Agli impianti si applicheranno i limiti europei di emissioni di Co2, meno restrittivi di quelli nazionali
Roma – La bozza del nuovo dl sull’Ucraina approvato oggi in Cdm all’unanimità, “si occupa del livello di rischio imprevisto” rispetto al funzionamento del sistema nazionale del gas. Lo sottolinea Palazzo Chigi spiegando che “si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta o la riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza”, eventualità che “al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese”.
In più “si rende immediatamente attuabile” il razionamento del gas utilizzato “dalle centrali elettriche” e “nel settore termoelettrico”.
Inoltre, se fosse necessario ridurre i consumi di gas delle centrali elettriche, scatterebbe la “massimizzazione della produzione da altre fonti”, che in Italia significa essenzialmente dare il via all’uso del carbone. Resta fermo “il contributo delle energie rinnovabili”.
Per rendere concretamente operative le misure, “si affidano una serie di compiti a Terna”, gestore della rete. Se scatteranno i razionamenti del consumo di gas “nel settore termoelettrico”, infatti, sarà Terna a dover predisporre “un programma di massimizzazione dell’impiego degli impianti di generazione di energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW che utilizzino carbone o olio combustibile in condizioni di regolare esercizio, per il periodo stimato di durata dell’emergenza” o fino a quando indicato dal Mite. Terna invierà un report settimanale al Mite e all’Authority, cioè ad Arera.
Agli impianti si applicheranno “esclusivamente i valori limite di emissione” in “atmosfera e le regole sulla qualità dei combustibili previsti dalla normativa” Ue, “in deroga” a limiti “più restrittivi eventualmente prescritti a livello nazionale”.
Il documento, che verrà presentato alle Camere, sarà ultimato in serata.
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