Inaugurato nel 2005 con la partecipazione di Silvio Berlusconi, Recep Tayyip Erdoğan e Vladimir Putin
Una dopo l’altra le società energetiche abbandonano i progetti con la Russia. Ultima in ordine di tempo l’Eni, pronta a cedere la sua quota nel gasdotto Blue Stream dove è impegnata con il colosso russo Gazprom.
Ma sono molti i gruppi dell’energia a livello internazionale che lasciano, ad esempio Total, mentre Saipem ha congelato il finanziamento in Siberia, in attesa di capire il quadro normativo dopo l’attacco all’Ucraina.
“Per quanto riguarda la partecipazione congiunta e paritaria con Gazprom nel gasdotto Blue Stream (che collega la Russia alla Turchia), Eni – spiega in gruppo dell’energia italiano – intende procedere alla cessione della propria quota”. Inoltre si puntualizza che “l’attuale presenza di Eni in Russia è marginale. Le joint venture in essere con Rosneft, legate a licenze esplorative nell’area artica, sono gia’ congelate da anni, anche per le sanzioni internazionali imposte a partire dal 2014”.
Blue Stream è uno dei principali gasdotti internazionali, per trasportare gas dalla Russia alla Turchia, attraverso il Mar Nero. Blue Stream Pipeline Bv è una joint-venture con sede nei Paesi Bassi nella quale l’Eni partecipa al 50% insieme a Gazprom.
Lungo 774 chilometri e con una una capacità di trasporto di 16 miliardi di metri cubi all’anno, il gasdotto nella parte offshore è posato alla profondità record di oltre 2.150 metri. Il costo totale dell’opera è stato di 3,2 miliardi di dollari, di cui 1,7 miliardi per la parte offshore. I lavori di progettazione iniziarono nel 1997. Nel 1999 Gazprom ed Eni, tramite Saipem, firmarono il Memorandum of Understanding del progetto, e il 16 novembre 1999 costituirono la joint venture.
La costruzione della tratta terrestre russa (ad opera della Stroytransgaz, una branca della Gazprom) si svolse tra il 2000 e il 2002, e quella offshore tra il 2001 ed il 2002 (ad opera dell’italiana Saipem). I primi flussi furono aperti nel febbraio 2003, anche se alcuni ritardi nelle trattative tra Turchia e Russia sui prezzi del gas ritardarono l’inaugurazione ufficiale fino al novembre 2005. All’inaugurazione parteciparono i Primi Ministri di Italia e Turchia, Silvio Berlusconi e Recep Tayyip Erdoğan, insieme al Presidente Russo, Vladimir Putin.
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