Profughi ucraini e vaccinazioni, Bassetti: “Se vieni in Italia segui le regole degli italiani”

Anche il Premier Draghi, ieri alla Camera, aveva sottolineato che se non accettano di fare il vaccino dovranno fare il tampone ogni 48 ore

Genova – “Sono stato tra i primi a sollevare il problema sanitario dei profughi in arrivo dall’Ucraina” ha detto il Direttore dell’Unità Operativa Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino, Matteo Bassetti, oggi nel corso della conferenza “Covid: nuovi vaccini per un ritorno alla normalità”, organizzata all’Istituto Duchessa di Galliera dalla Fondazione Fulgis del Comune di Genova.
“La popolazione del Paese si è vaccinata solo per un terzo e quelli che scappano, donne e bambini, ancora meno” ha precisato Bassetti spiegando che “in Ucraina c’è una riluttanza, soprattutto nelle donne, a farsi vaccinare e questo ha creato non pochi problemi. Nel 2021, ad esempio, ci sono stati nel Paese alcuni focolai di poliomielite”.
E non lo dice solo il famoso infettivologo genovese. Anche l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, nelle indicazioni per la gestione dei profughi ha sottolineato che è necessario procedere “prima di tutto alla vaccinazione per Covid, polio e morbillo”.
Non solo. Scrive l’Ecdc che “tra i rischi legati all’ondata di rifugiati c’è anche quello della diffusione della tubercolosi” e poi “l’Hiv, che resta ancora un problema prioritario di salute pubblica in Ucraina”.

Una crisi umanitaria che potrebbe riportare indietro le lancette della pandemia

I dati dell’Ecdc mostrano che il tasso di vaccinazione contro il Covid in Ucraina è sostanzialmente inferiore alla media Ue: 71,7% al primo marzo 2022. E “la terza dose non l’ha ricevuta praticamente nessuno”, ha precisato Bassetti che ha aggiunto: “La situazione in Ucraina non può diventare esplosiva per tutto il resto dell’Europa. Noi abbiamo fatto tanto, abbiamo fatto degli sforzi enormi di tutti i tipi, sociali, economici, culturali, per arrivare dove siamo con il 90% della popolazione italiana protetta. Detto questo, se vieni in Italia segui le regole degli italiani”.
E il pensiero dell’infettivologo va agli anziani: “Non credo che sia un segreto quello che è successo nella nostra città. Abbiamo avuto un grande problema a cavallo tra la seconda e la terza ondata con le badanti ucraine che non erano vaccinate e gli anziani che si sono infettati e sono morti“.
Insomma, una crisi umanitaria, quella dei profughi in fuga dalla guerra, che potrebbe riportare indietro le lancette della pandemia.
“Noi siamo qua per aiutare tutti”, ha concluso Bassetti che parlando da medico non ha perso l’occasione per rimarcare che “è giusto anche spiegare che le vaccinazioni sono importanti e lo sono soprattutto in questa popolazione di persone che oggi vive in uno stato particolare perché nei campi profughi, sia rumeni che polacchi, il distanziamento non c’è, non c’è il lavaggio delle mani e men che meno l’uso delle mascherine. L’unico strumento che ci permette di evitare il contagio è la vaccinazione. Quindi ben venga che si aiutino sempre di più queste persone, e farle vaccinare è un modo di aiutarle”.
Lo ha sottolineato anche il Premier Draghi che, ieri alla Camera, ha assicurato che non ci saranno eccezioni per i rifugiati: “Se non accettano di fare il vaccino – ha detto – dovranno fare il tampone ogni due giorni”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.