La quindicenne conviveva di fatto con il suo padrino di Cresima
Catania – Sono finiti in manette i tre aguzzini, i genitori e il padrino, di una ragazzina ridotta in schiavitù e vittima di violenze. I responsabili sono ritenuti responsabili dei reati di concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.
Sulla base delle risultanze dell’attività di intercettazione è emerso un contesto familiare degradato nell’ambito del quale il padre e la madre della vittima, in ragione della situazione di grave indigenza economica e dimostrando un’assoluta incapacità genitoriale, avrebbero indotto con violenza e minaccia ad intrattenere una relazione anche sessuale con il suo padrino di cresima, al fine di ottenere da quest’ultimo cibo e denaro.
Ridotta in schiavitù
Nello specifico, la giovanissima ragazza, utilizzata quale vera e propria “merce di scambio”, sarebbe stata pertanto ripetutamente indotta ad accompagnarsi all’amico di famiglia, con cui aveva instaurato una relazione di convivenza, nonché ad intrattenersi presso la sua abitazione anche nelle ore notturne e a provvedere, tra l’altro, alla preparazione dei pasti e alle faccende domestiche.
Il padrino, un pregiudicato di 43 anni, condannato per reati contro la persona e per detenzione di armi, si sarebbe in un’occasione imposto fisicamente sulla quindicenne costringendola a consumare un rapporto sessuale non consensuale.
Minacce all’assistente sociale
Per quanto riguarda il padre della ragazzina, anche lui pregiudicato, è emerso che, contattato da un’assistente sociale del comune di residenza per problemi di dispersione scolastica di un’altra figlia di dieci anni, avrebbe minacciato il pubblico ufficiale al fine di costringerla a non disporre visite domiciliari.
Gli aguzzini in manette
Il padrino, soggetto socialmente pericoloso, era stato indagato per aver venduto marijuana a un minore in prossimità di una comunità per minorenni e per la detenzione di armi e munizioni tra cui un fucile a canne mozze e una pistola 375 magnum. La ragazzina di 10 anni, a differenza della sorella maggiore, è sfuggita alle attenzioni dell’uomo che fortunatamente adesso è in carcere in compagnia del padre delle due ragazzine. La madre è nell’“Istituto a custodia attenuata per madri” di Avellino.
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