L’incontro è organizzato dal comitato “La parte che c’è”. In sala anche gli autori del film, Massimo Bondielli e Gino Martella, e i familiari delle vittime con la loro associazione “Il Mondo che Vorrei ONLUS – Viareggio“
Dopo due anni di fermo del suo “viaggio in Italia” bloccato dal Covid-19, “Il sole sulla pelle”, il docufilm sulla Strage di Viareggio di Massimo Bondielli e Gino Martella, riparte da Genova, ospite del comitato La parte che c’è al Club Amici del Cinema in via Rolando.
“Nel nostro quartiere, a Sampierdarena, sono tante le cose che non esistono più, ma la parte che manca in maniera evidente è il patto implicito tra rappresentanza e collettività”, sostiene il Comitato che poi aggiunge: “La parte che manca è la gestione della cosa pubblica piegata, come dimostra la faccenda dei depositi chimici, a provinciali logiche di profitto. Alcuni cittadini e realtà sociali non sono rimaste a guardare e a fatica partendo dal basso si sono tirate su le maniche per tentare di ricreare relazioni e solidarietà tra le persone. Siamo cittadini che provano a mettere una pezza a decenni di mancanze nonostante i servizi sottratti e la concentrazione di servitù private della città. Siamo un insieme di cittadini del mondo e realtà sociali che r-esiste ancora e ancora vuole bene al posto dove è nato, dove lavora e dove vuole continuare a vivere. Siamo la parte che c’è!“.
L’appello-bis
Il 7 marzo scorso, a Firenze, è iniziato l’appello-bis per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009. La prima camera di consiglio ha deciso subito per un rinvio al 7 aprile. Il motivo è la mancata traduzione in tedesco, la lingua di alcuni imputati, della sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito la necessità di rifare il processo.
In questa prima udienza, Mauro Moretti, ex AD di RFI e Ferrovie dello Stato, ha dichiarato di non rinunciare alla prescrizione, contrariamente a quanto aveva affermato l’11 febbraio 2019 nel corso del primo giudizio d’appello.
“Ho preso atto – ha dichiarato – di quanto detto dal Procuratore, sono parecchi anni che si discute in merito alla prescrizione e io stesso sono stato portato a bersaglio. Rinuncio alla prescrizione, lo faccio per rispetto delle vittime, dei loro famigliari e del loro dolore. lo faccio perché mi ritengo innocente”. La Corte d’Appello lo aveva condannato a 7 anni.
La Strage
Stazione ferroviaria di Viareggio, 29 giugno 2009 ore 23:48. Il treno merci 50325 è in ritardo. Come ogni sera, partito da Trecate (Novara), passa da Genova diretto a Gricignano (Caserta). Trasporta 14 cisterne di GPL. Non arriverà mai a Gricignano. Un incidente sul lavoro causa un disastro ferroviario, che provoca una strage: 32 persone muoiono bruciate.
Il docufilm
Storia del dolore privato trasformato in una battaglia di civiltà, il documentario “Il sole sulla pelle”, finalista ai Nastri d’Argento 2019, è sostenuto dalla Toscana Film Commission e da L’Aura, Scuola di Cinema di Ostana.
Definito da Lorenzo Hendel – documentarista ed ex responsabile editoriale di Doc3, su Rai3 – “un documentario che non impone la sua morale”, Il sole sulla pelle accompagna lo spettatore “nella storia di Viareggio, facendoti stare accanto a Marco Piagentini e dopo 62 minuti non potrai più dimenticare quanto è accaduto la notte del 29 giugno 2009″. È “un film militante, senza i clichè della militanza”, ha detto il regista Fredo Valla.
E infatti l’appuntamento di sabato 19 marzo 2022 alle 17:00, dicono gli organizzatori, “sarà l’occasione di confrontarci con i familiari delle vittime di Viareggio, riuniti nell’associazione “Il mondo che vorrei ONLUS” che ha dati vita a un percorso di solidarietà e di lotta per la sicurezza, la verità e la giustizia. Nel nostro Paese, dalla memoria sempre più corta, sembra che tragedie periodiche come quella di Viareggio o di ponte Morandi, non lascino negli amministratori della cosa pubblica nessun insegnamento”. Quindi concludono con un’allusione al dislocamento dei depositi chimici a ponte Somalia: “Dopo tredici anni da quelle fiamme e quattro dalle macerie del Morandi, osserviamo nuovamente nel nostro territorio la stessa volontà di mettere a rischio la salute dei cittadini”.
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