E poi un nuovo riempimento a Pra’ e una piattaforma per le riparazioni navali
Genova – Un riempimento a ponente del porto di Pra’, che allargando la banchina permetterà di accogliere due navi in più rispetto a oggi, nuovi spazi per nautica e riparazioni navali a levante, che potrebbero occupare una parte, ancora da definire, dell’area tra l’attuale diga e le darsene della Fiera. E poi le coperture dei bacini 1,2,3 di carenaggio con l’adattamento del 4 per poter ospitare navi di maggiori dimensioni, il via libera allo spostamento dei depositi chimici, anche se dovranno essere gli enti a individuare l’area, un potenziamento degli accosti per le crociere, un aumento degli spazi commerciali a Sampierdarena e una migliore sostenibilità ambientale.
Sono questi i punti principali dei “Position Paper”, un documento di indirizzo sullo sviluppo portuale, attraverso i quali Confindustria Genova si propone di “dare un contributo alle scelte pianificatorie” per la crescita del porto in un “momento che è storico”, e per la mole di investimenti in arrivo e per la nuova diga che permetterà di rivedere il layout del porto.
“Abbiamo sentito i nostri associati delle diverse categorie – ha spiegato il presidente, Umberto Risso – per cercare una visione complessiva al di sopra degli inevitabili contrasti e dei legittimi interessi che si scontrano tra le diverse funzioni di un porto che trova la sua forza nell’essere polifunzionale”.
Depositi chimici: siamo a favore dell’ubicazione in porto
Tra i temi trattati nel piano, inevitabilmente, anche quelli legati allo spostamento in dei depositi chimici nel porto. “I depositi chimici sicuramente non fanno parte del tessuto cittadino – spiega il vicepresidente di Confindustria Genova con delega all’economia del mare, Beniamino Maltese – e in un porto con le competenze e l’eccellenza della realtà di Genova l’autorità regolatoria può rendere sicura la loro localizzazione. Non spetta, però, a noi decidere dove, ci affidiamo a quello che stabiliranno gli enti regolatori”.
Confindustria, dunque, dice no all’opzione zero. E lo ribadisce anche Risso che sottolinea: “Noi siamo assolutamente contrari all’opzione zero perché non è concepibile che il principale porto italiano non possa servire una delle attività dell’economia italiana. Ricordo che qui si parla di movimentazione e depositi, non di lavorazioni con rischio di emissione. Se viene individuata un’area che corrisponda a tutte le normative, anche le più ferree, noi siamo a favore dell’ubicazione in porto”.
F.C.
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