Il Premier kosovaro sul nodo del voto in Serbia: non si possono organizzare sul territorio di uno stato sovrano le elezioni di un Paese straniero
Priština – Il premier kosovaro Albin Kurti ha detto che serve un accordo con Belgrado per consentire ai serbi del Kosovo di votare alle elezioni parlamentari e presidenziali del tre aprile prossimo in Serbia. “Non vogliamo privare del diritto di voto i cittadini del Kosovo con doppia cittadinanza, ma al tempo stesso non possiamo procedere contro la legge e la costituzione del Paese”, ha detto Kurti in un incontro in videocollegamento con ambasciatori e diplomatici del Kosovo.
“Affronteremo in modo responsabile entrambe le questioni”, ha aggiunto il premier, sottolineando di essere in contatto costante con i Paesi del Quint, un gruppo decisionale informale composto dagli Stati Uniti e dai Big Four dell’Europa occidentale: Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia.
Belgrado, che non riconosce l’indipendenza di Priština, esige che ai serbi del Kosovo venga data la possibilità di votare il tre aprile, come avvenuto in passato con la collaborazione dell’Osce, in accordo con i precedenti governi in Kosovo.
Kurti tuttavia, che è su posizioni radicali e fortemente antiserbe, ha definito sbagliata tale pratica, che consente a suo dire di organizzare sul territorio di uno stato sovrano elezioni di un Paese straniero. A più riprese ha detto che i serbi devono poter votare, ma lo dovrebbero fare o per posta o nella sede dell’Ufficio di collegamento di Belgrado a Priština, da loro considerato alla stregua di un’ambasciata. Cosa questa ritenuta inaccettabile dalla dirigenza serba. Mancano ormai pochi giorni al voto di primavera e le parti non hanno ancora trovato un’intesa che invece sarebbe necessaria per evitare proteste e possibili incidenti soprattutto oggi che questa tornata elettorale si svolgerà all’ombra della guerra in Ucraina.
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