A otto anni dagli arresti, nel giungo 2014
Venezia – Su ordine del Procuratore aggiunto Stefano Ancilotto, titolare dell’inchiesta sulle “Tangenti M.O.Se.” – l’indagine che ha riguardato gli appalti del sistema di dighe anti-acqua alta a Venezia – il Nucleo di Polizia economico finanziaria della laguna ha dato esecuzione alla confisca di 1,2 milioni di euro nei confronti di un soggetto imputato per condotte corruttive. A otto anni dagli arresti, infatti, è diventata definitiva la sentenza di condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, a carico di Pio Savioli, ex referente delle Coop rosse nei rapporti con il Consorzio Venezia Nuova, il soggetto che all’ora era stato individuato dallo Stato come “attuatore delle attività per la salvaguardia di Venezia e della laguna”.
Al fine di dare attuazione alla misura ablativa, la Guardia di Finanza ha eseguito una minuziosa ricostruzione dei beni riconducibili all’imputato, individuando plurimi atti di spoliazione patrimoniale posti in essere, in favore di propri familiari, nel corso dell’iter processuale. Gli approfondimenti investigativi, sviluppati anche mediante l’analisi di segnalazioni di operazioni sospette pervenute dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, hanno consentito di scoprire diverse polizze assicurative contratte o intestate alla consorte ma alimentate con fondi provenienti dal patrimonio personale del soggetto.
In esecuzione della confisca, sono state sottoposte a sequestro disponibilità liquide e finanziarie per l’intero importo individuato dal Giudice quale profitto della corruzione, pari appunto a 1,2 milioni di euro.
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