Dal 1 aprile al via il graduale allentamento delle misure e delle regole anti-Covid
Ultimo giorno oggi per lo stato di emergenza in Italia. Il primo aprile darà il via a un graduale allentamento delle misure e delle regole anti-Covid. Ma non dobbiamo abbassare troppo la guardia. Anche se la validità dei Dpcm decisi da Conte e Draghi per allentare la morsa della pandemia è agli sgoccioli, la libertà arriva in un momento di elevata circolazione virale. Parola di Nino Cartabellotta.
Per questo il presidente della Fondazione Gimbe ha lanciato al Paese un decalogo di raccomandazioni, sottolineando che “ormai da tempo le narrative della politica e le percezioni della popolazione tendono a identificare la scadenza dello stato di emergenza con la fine della pandemia, che ovviamente non può coincidere con una scadenza burocratica”.
Complice l’incauto calo di attenzione che ha portato allo stallo della campagna vaccinale e all’allentamento delle precauzioni individuali, al 30 marzo si registrano più di 500 mila nuovi casi in 7 giorni con oltre 1,26 milioni di nuovi positivi in due settimane. Dati che, precisa Cartabellotta, “hanno determinato un aumento di oltre 1.500 posti in area medica e invertito il trend delle terapie intensive. Con quasi mille decessi a settimana”.
Quindi che si fa?
“Bisogna guardare al prossimo futuro con ottimismo e fiducia” conclude Cartabellotta che aggiunge che ci vogliono comunque “prudenza e responsabilità, viste le incertezze sulle possibili nuove varianti e sulla durata della copertura vaccinale”.
Le raccomandazioni della Fondazione Gimbe per i singoli
Completare il ciclo vaccinale con tre dosi (quattro per le persone immunocompromesse).
Continuare ad indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso, all’esterno in condizioni di assembramento e quando si è a contatto con persone fragil.
Eseguire il tampone in caso di sintomatologia compatibile con COVID-19.
Rispettare l’isolamento in caso di positività o in presenza di sintomatologia compatibile con COVID-19 nell’attesa di eseguire il tampone.
Le raccomandazioni di sistema
Mettere in campo interventi di comunicazione efficaci al fine di vincere l’esitazione vaccinale del maggior numero possibile di persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino o che non hanno ancora ricevuto la dose booster, oltre che dei genitori dei bambini non ancora vaccinati.
Mantenere l’obbligo di mascherine al chiuso e nei luoghi affollati sino a quando la circolazione del virus non si sarà sensibilmente ridotta.
Implementare interventi di formazione per i medici di medicina generale affinché prescrivano tempestivamente i farmaci antivirali disponibili ai soggetti a maggior rischio di malattia severa.
Implementare interventi strutturali per migliorare l’aerazione di spazi chiusi come uffici pubblici o aule scolastiche, per le quali si attendono ancora le linee guida nazionali.
Potenziare il sistema di sequenziamento delle varianti virali.
Pianificare la campagna vaccinale autunnale, monitorando l’efficacia vaccinale sulla malattia severa ai fini di un’eventuale somministrazione del secondo booster (quarta dose) per i soggetti a maggiore rischio.
Come siamo messi: i nuovi casi
Dopo due settimane di netto incremento, i nuovi casi settimanali sembrano essersi stabilizzati intorno a quota 500 mila, con un incremento dello 0,3% e una media mobile a 7 giorni che rimane ferma intorno ai 72 mila casi. Tuttavia in questo momento è difficile fare previsioni, sia per l’eterogenea situazione a livello regionale, sia perché nelle grandi Regioni del Nord, dove risiede oltre un terzo della popolazione italiana, non si vedono al momento segnali di consistente circolazione virale. Infatti, nella settimana 23-29 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 10 Regioni e un decremento in 11: dal +17,8% della Provincia Autonoma di Trento al -16% dell’Umbria. In 55 Province si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, in 52 un decremento. Scendono da 38 a 34 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti: Lecce (1.774), Avellino (1.457), Perugia (1.372), Reggio di Calabria (1.354), Messina (1.353), Crotone (1.351), Teramo (1.321), Ascoli Piceno (1.313), Bari (1.308), Rieti (1.303), Benevento (1.272), Potenza (1.241), Fermo (1.226), Brindisi (1.190), Lucca (1.172), Terni (1.162), Latina (1.133), Massa Carrara (1.128), Grosseto (1.113), Chieti (1.113), L’Aquila (1.106), Frosinone (1.103), Siena (1.090), Ancona (1.087), Padova (1.076), Taranto (1.073), Vibo Valentia (1.064), Foggia (1.057), Caserta (1.050), Livorno (1.047), Agrigento (1.044), Arezzo (1.019), Salerno (1.011) e Matera (1.004).
Testing
Si registra un lieve aumento del numero dei tamponi totali (+3,2%): da 3.220.105 della settimana 16-22 marzo 2022 a 3.323.770 della settimana 23-29 marzo 2022. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 4,1% (+104.158) mentre quelli molecolari sono diminuiti dello 0,1% (-493). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari è stabile al 13,4%, mentre quella degli antigenici rapidi si riduce dal 16,2% al 15,7%.
Ospedalizzazioni
Sul fronte degli ospedali, si rileva un’inversione di tendenza nei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (+7%) e prosegue l’incremento dei ricoveri in area medica (+8,6%)». In particolare, in area critica dal minimo di 447 il 24 marzo i posti letto occupati sono risaliti a 487 il 29 marzo; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, sono risaliti a quota 9.740 il 29 marzo. Al 29 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 15% in area medica e del 5% in area critica, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. 13 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che arriva a toccare quota 34,1%; Calabria e Sardegna superano la soglia del 10% in terapia intensiva. Di fatto stabile il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 45 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente.
Decessi
Dopo sei settimane consecutive si arresta il caso dei decessi: 953 negli ultimi 7 giorni (di cui 64 riferiti a periodi precedenti), con una media di 136 al giorno rispetto ai 132 della settimana precedente.
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