Il leader pakistano aveva denunciato un complotto Usa per rovesciarlo a causa dei suoi legami con Putin e la Cina
Islamabad – Il Parlamento pakistano ha respinto, senza sottoporla al voto, una mozione di sfiducia nei confronti del primo ministro, Imran Khan, bollandola come “interferenza straniera” negli affari del Paese e dunque “anticostituzionale”.
Lo ha comunicato il presidente del parlamento, Asad Qaiser.
La mozione avrebbe potuto essere approvata a larga maggioranza dopo che diversi parlamentari filo governativi si erano schierati con l’opposizione. Il premier Khan ha quindi chiesto al presidente della repubblica, in un discorso in diretta alla nazione, di sciogliere il parlamento nazionale e andare a elezioni.
Il leader della potenza nucleare ha bollato la mozione di sfiducia come una “cospirazione straniera” contro di lui, accusando l’opposizione di collaborare con gli USA per rovesciare il suo governo e attaccando Biden, colpevole di volerlo destituire dopo la sua recente visita a Mosca. Ma la Casa Bianca nega ogni ingerenza.
Il nuovo ordine mondiale di Putin
Il terreno militare non è l’unico sul quale Mosca sta giocando per affrontare l’Occidente. L’offensiva del Cremlino, in effetti, va avanti con una manovra a tenaglia su due fronti: quello bellico e quello diplomatico. L’intenzione di Putin e del suo braccio destro, il ministro degli esteri Sergej Lavrov, sarebbe quello di mettere a punto un nuovo “ordine mondiale giusto e multipolare” a bilanciare la potenza degli USA e della Nato. Con la Federazione russa in testa.
Per farlo, Lavrov sta volando in giro per il mondo, da Pechino a Nuova Delhi fino a Islamabad, a raccogliere il malcontento di chi rinfaccia a Washington e Bruxelles di rincorrere una sola politica, quella dei propri interessi.
Lo crede anche il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, tanto da dire che “nel corso di venti anni, la Nato ha eseguito cinque allargamenti a Est, mettendo la Russia con le spalle al muro”. E quindi ha respinto la richiesta dell’Ue di unirsi alle sanzioni perchè la guerra in Ucraina avrebbe “un’impostazione amico-nemico che riflette la mentalità della Guerra Fredda”.
Lo stesso sta facendo l’India, alleata chiave di Biden nell’Indo-Pacifico, che non partecipa alle sanzioni. Anzi. La banca centrale indiana starebbe portando avanti le consultazioni con Mosca su un accordo finanziario bilaterale rupia-rublo grazie al quale potrà continuare gli scambi commerciali con Mosca a dispetto delle sanzioni occidentali che hanno limitato i meccanismi di pagamento internazionali.
E c’è già chi vede in queste prime mosse la genesi di un nuovo “blocco sovietico” che avrebbe già un nome: “RIC”, l’acronimo di Russia, India e Cina.
Chi potrebbe unirsi a questa sfera di influenza non è difficile immaginarlo perchè c’è tutta una schiatta di Paesi nel mondo che reclama il diritto di pesare di più a livello internazionale. A cominciare dal Pakistan che oggi, respingendo la mozione di sfiducia contro Imran Khan, ha segnato il primo punto in favore di Putin.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.