La disfida della focaccia

L’elogio dei panificatori

Saranno contenti gli iscritti all’associazione panificatori, ma non soltanto. Più in generale si sentirà sollevata anche la maggior parte degli elettori genovesi, venendo a conoscenza che il confronto politico fra i due maggiori candidati delle prossime elezioni amministrative di Genova si è trasferito da temi talvolta troppo astratti – chessò, la scarsa pulizia delle nostre strade, oppure le tariffe elevate e le linee e la puntualità del trasporto pubblico – ad argomenti ed argomentazioni di maggior interesse.

Perché è stato finalmente come apparecchiare la tavola. Anzi, come sedersi al tavolino per la prima colazione. Per una querelle – come si sarebbe detto una volta – di impronta culinaria. E mal gliene incolse a tutti coloro che, malevoli, hanno approfittato dell’aggettivo dividendolo in tre parti (Sostantivo, preposizione, sostantivo).

Il colpo da maestro

L’uscente, che non a caso alcuni autorevoli rappresentanti dell’opposizione – forse in segno di giusta deferenza, o peggio di ludibrio – chiamano l’imperatore ha messo giù, rendendola prima pubblica su RADIO 1 – fra l’altro nel corso di uno dei programmi più ascoltati, “Un giorno da pecora” – il suo colpo da maestro. Di fronte ai due intervistatori del calibro di Geppy Cuccciari e Giorgio Lauro che lo pressavano sull’argomento fondamentale della prima colazione tutta genovese a base di caffè o cappuccino…. con tanto di slerfa di focaccia – talvolta addirittura con cipolla – pucciata in tazza, non soltanto li aveva rassicurati ma, come un politico di rango, anzi un manager che magari soffre di solitudine o del peso delle ammucchiate, si era addirittura lanciato in una promessa.

Si sa che in fondo la slerfa di focaccia pucciata nel caffè o nel cappuccino- tanto peggio se con la cipolla – come evidente e resiliente vanteria di genovesita’, se non addirittura di ligusticità, equivale quasi a un moto di rivolta. Per gli amanti degli episodi storici una sorta di “Che l’inse” della prima colazione rispetto al più diffuso caffè decaffeinato o addirittura al cappuccio con latte di soia con tanto di irrinunciabile croissant o chiffero. A seconda della cultura del Made in Italy o dell’esterofilia del diretto interessato.

I due intervistatori avevano chiesto se il capo del Governo Mario Draghi in visita a Genova avesse gradito la colazione tutta di stampo genovese che il nostro sindaco uscente e commissario gli aveva proposto. E comunque sì: il nostro presidente del Consiglio, che tutti conoscono per uomo prudente e moderato aveva rifiutato. Non solo la focaccia con la cipolla, ma anche la slerfa normale. E pare addirittura il cappuccino o il semplice caffè. Uomo del fare al cospetto di un altro uomo del fare, evidentemente a nessuno dei due andava di perdere tempo.

Non solo pesto

Però, però, come perdersi una simile ghiotta occasione ? Specie se oltre ad uomo del fare sei anche uomo del comunicare. E poi di fronte ad un parterre nazionale? Per cui al nostro uscente, giusto due mesi fa, è venuto in mente di cogliere l’occasione per la zampata che lascia il segno. E rapidissimamente si è inventato lì per lì un altro riconoscimento di alta genovesità da attribuire comunque ad un forestiero. Insomma ricchi premi e cotillon per chi avesse dato prova di arditezza pucciando la focaccia con le cipolle nel cappuccino e poi l’avesse consumata. Nè piu nè meno che una prova di ardimento al cospetto del primo cittadino di Genova. Aveva promesso il 9 febbraio Bucci: “Garantisco che dò la cittadinanza onoraria a tutti i non genovesi che davanti a me pucciano (voce del verbo pucciare da intendere con il significato di intingere n.d.r.) la focaccia con le cipolle nel cappuccino”. E così detto fatto: a quasi due mesi di distanza abbiamo un vincitore. Il Sindaco è pur sempre il sindaco e con la memoria lunga di cui dispone non poteva lasciarsi prendere in fallo per una promessa non mantenuta. Che poi, come si usa dire ogni promessa è debito.

Per cui dopo tanti saggi e cittadini onorari abbiamo anche il nostro foresto cittadino onorario per meriti alla cipolla. Potenza della politica. Potere della culinaria. Del resto abbiamo già il campionato mondiale del pesto con tanto di promulgatori e ambasciatori portatori sani di mortaio.

Il titolo ad un pavese

E, comunque, non me ne voglia  il comico genovese Andrea Di Marco protettore dei confini ligustici che ad ogni elezione si candida come esponente del movimento estremista ligure  al grido di “Milano Suka”, ma il cittadino onorario non poteva che essere un “Lumbard”. Di Pavia , per essere precisi.

Vabbè, comunque in mezzo ad uno stuolo che tende all’infinito di saggi ed ambasciatori, anche un cittadino onorario per meriti di cipolla non poteva mancare. Anche perché poi l’effetto collaterale tipico è quello di fare piangere.

E comunque, pianto per pianto in questa fantasmagorica campagna elettorale non poteva assolutamente mancare il confronto dialettico fra i due candidati, quello del centro destra Marco Bucci e l’antagonista espressione del raggruppamento della sinistra e dei pentastellati Arièl Dello Strologo che pochi giorni prima si erano affrontati a singolar tenzone sul tema dei giovani e degli espatri dalla nostra città legati alla ricerca del lavoro.

Bucci si era addirittura spinto a promettere un sindaco dei giovani. E Dello Strologo che ha iniziato la sua campagna elettorale (prima di essere fermato per alcuni giorni dal Covid) dalle periferie e incontrando freschi maggiorenni e e universitari, ad accusarlo di aver voluto perseguire una trovata strumentale dopo essersi dimenticato proprio dei giovani durante la sua amministrazione.

Arièl: “Fugassa nel cappuccio ma senza cipolla”

Perciò in uno di quei gustosi siparietti allestiti a scopo di propaganda fra le quattro mura domestiche e postati sul suo profilo con l’accattivante titolo “A casa di Arièl”, l’avversario di Bucci si lascia andare a qualche importante confidenza. Ci mette a parte, per esempio, che il suo piatto preferito è l’aglio olio e peperoncino. Per poi contrapporsi completamente a Bucci – altrimenti che candidato della sinistra sarebbe? – anche lui ha provato la slerfa di focaccia pucciata nel cappuccino, dando prova provata di genovesità – ma quella con la cipolla, cioè la fugassa con la cipolla nel cappuccio non gli piace.

Anche se alcuni insistono a dire che la fusione cipolla, latte, caffè potrebbe avere un suo perché.

Però, mi viene da pensare…che se uno predilige alla cipolla l’aglio olio e peperoncino,  l’allallium cepa  la scarta immediatamente. Insomma meglio il sativum che la cepa. Pur appartenendo entrambe alla medesima famiglia, quella delle amaryllidaceae.

Per la disfida della focaccia potrebbe essere tutto. Anche se chiedo venia ma non sono riuscito a raccogliere gli autorevoli commenti degli altri candidati tipo Mattia Crucioli o Antonella Marras. E magari arrivo addirittura a suggerire ad una delle autorevoli tv locali che sul tema “Focaccia pucciata nel cappuccino. Cipolla si o cipolla no?” potrebbero perfino organizzarci un confronto in diretta fra i candidati sindaci. Una sorta di tribuna elettorale.

tpl bus autobus

In disaccordo anche sul servizio pubblico

Ps. Intendevo comunque avvertire i miei lettori che anche il candidato Dello Strologo non si limita a parlare di culinaria. Poco dopo aver aperto le mura di casa per confidarci le sue preferenze gastronomiche si è addirittura addentrato a parlare della mobilità e del servizio pubblico con un post dal titolo: “Bucci con una mano da’ e con l’altra toglie” in cui dice fra l’altro: “Con  i tagli al servizio pubblico Tursi finanzia le gratuità in vista delle elezioni.

Una mano elargisce gratuità, l’altra taglia il servizio. Questo è il trattamento riservato a cittadini e cittadine che, invece, meritano rispetto e un trasporto pubblico che risponda alle reali necessità.

Provo un profondo fastidio per quanto emerge dal comunicato di UTP Genova. Se questi numeri saranno confermati dall’azienda, il nuovo orario che entra in vigore lunedì 4 aprile sulla rete urbana degli autobus cittadini porterà al taglio di ben 182 corse giornaliere distribuite su varie linee.

A pagare il prezzo più alto dei tagli, altroché gratuità, sono i collegamenti fra il centro città e il Ponente cittadino, l’ospedale San Martino e Sampierdarena, il Ponente e la Val Polcevera. Anche le linee nelle zone di Marassi e San Fruttuoso subiranno importanti riduzioni, così come San Teodoro e Borzoli.

In questo modo, ancora una volta, le scelte dell’attuale amministrazione creano disuguaglianze tra cittadini e tra quartieri.

Calcolando il risparmio sulle ore di servizio, UTP GENOVA si chiede, ed è più che legittimo, se i tagli non servano a compensare i mancati guadagni che derivano dalle gratuità di ascensori e funicolari (soluzioni proposte in via sperimentale) sbandierate a ridosso delle elezioni.

Non c’è dubbio che sperimentare la gratuità totale (su ascensori, funicolari e cremagliera) o parziale (sulla metropolitana, solo in fasce orarie non di punta) a ridosso di una campagna elettorale sia un’azione che può portare qualche beneficio ad alcune fasce di popolazione. Ma probabilmente, va a maggior vantaggio del sindaco uscente.

L’unico vero incentivo per modificare l’approccio dei cittadini e delle cittadine a forme di mobilità alternative e più sostenibili passa prima di tutto dalla garanzia di servizi efficaci e affidabili”.

Ma, concludo, potevamo attenderci che due candidati che si osteggiano persino sul tema fondamentale della focaccia pucciata nel cappuccino, se con o senza cipolla, riuscissero a concordare almeno sul tema etereo del trasporto pubblico? Logico che ognuno tiri acqua al suo mulino. Perché poi la politica, ormai, è soprattutto – o solo – propaganda.

E sintetizzo: se il trasporto pubblico divide la focaccia pucciata nel cappuccino… addirittura di più. Del resto di che cosa meravigliarsi quando il confronto preferito del sindaco in carica Marco Bucci con i suoi concittadini accade solitamente nelle famigerate “colazioni con il sindaco”. Che poi è come dire…. venga a prendere un caffè da noi. Ma senza zucchero.

E nel giorno di vigilia della “Carbonaraday” è proprio tutto.

Paolo De Totero

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