La Giunta ha ritirato la delibera di acquisto dopo che il capogruppo Pd, Terrile, ha sollevato dei dubbi sui 541mila euro che il Comune era pronto a spendere
Genova – La polemica sul prezzo d’acquisto dell’ex cinema a luci rosse di vico Chiabrera è scoppiata ieri, in Commissione consiliare, dopo che il capogruppo Pd Alessandro Terrile ha depositato la copia della vecchia perizia del tribunale che nel 2018 aveva stimato un valore di mercato di 197.000 euro e fissato a questa cifra la base d’asta per la vendita del cinema.
Asta che, dopo alcuni tentativi andati deserti, è andata in porto con la società Byron Srl, aggiudicataria per 110.800 euro.
Oggi il Comune è pronto a spenderne 541.000.
E qui sta il nodo del confronto: possibile che da febbraio 2021, data del decreto di trasferimento alla Byron, ad aprile 2022 le quotazioni in vico Chiabrera siano lievitate?
Lo abbiamo chiesto a Pietro Piciocchi, assessore con delega al bilancio, che ci ha risposto che il Comune “non aveva contezza di questa vecchia perizia. Non possiamo essere a conoscenza di tutte le perizie sugli immobili se non quando ci vengono mostrate da coloro che le detengono. Ora che lo sappiamo abbiamo fatto la cosa più trasparente”. La giunta, cioè, ha deciso di presentare al prossimo Consiglio comunale la delibera emendata, con la precisazione che “si subordina l’acquisto a una valutazione di congruità dell’Agenzia delle entrate”. In parole povere spiega Piciocchi che “chiediamo all’Agenzia delle entrate di dirci quale delle due perizie è corretta e ci atterremo alle sue indicazioni”.
Ma l’opposizione ha qualcosa da obiettare anche sul perito del Comune che ha effettuato la nuova perizia: perchè scegliere un professionista di Saronno?
“Noi abbiamo un albo dei fornitori in cui si può iscrivere qualunque professionista dell’Ue. Ricordo che siamo in un mercato comune disciplinato da un trattato europeo e non possiamo certamente introdurre delle discriminazioni fondate sul luogo di stabilimento. Esiste il cosiddetto principio della libertà di stabilimento”. Si tratta della possibilità di costituire e gestire un’impresa o intraprendere una qualsiasi attività economica in un paese della Comunità Europea e quindi, conclude Piciocchi: “Noi abbiamo questo elenco fornitori e seguiamo un principio di rotazione, quindi non ho nessuna possibilità di avvantaggiare un operatore locale”.
In attesa di vedere cosa succederà in Sala Rossa martedì prossimo, resta un’altra curiosità: cosa se ne fa il Comune di questo immobile?
“È un’operazione che si inserisce nell’ambito del progetto del piano nazionale della qualità dell’abitare (PINQuA) e questa grande riqualificazione del centro storico quota circa 90 milioni di euro”, sottolinea Piciocchi aggiungendo che il punto è che “nel centro storico gli immobili di proprietà pubblica sono molto pochi quindi se vogliamo fare una vera riqualificazione dobbiamo acquisire immobili e il cinema Chiabrera è un luogo molto importante con delle volumetrie estremamente significative che consente grandi libertà progettuali”. E le previsioni sono quelle di ricavarne servizi e spazi di quartiere, aule didattiche e aule studio”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.