Visionari

Mi piace raccontarla così, nel giorno del giovedì santo, in cui casualmente, o forse no, convergono tre eventi.
Dall’illustrazione del programma dei festeggiamenti per il giorno della bandiera, il 23 aprile, sino all’annuncio ufficiale della candidatura del sindaco Marco Bucci. Uscente in cerca di riconferma. Perfino, ultimo, ma non ultimo – almeno per me – l’appuntamento al 
MOG del Mercato orientale per presentare la riserva Orso, l’ultima produzione d’autore del salumificio Parodi di Sant’Olcese, nata dall’intuizione di un mio amico architetto, Alberto Podestà, un creativo che ha superato un momento delicato e difficile della sua  esistenza.

Racconta del suo lavoro Alberto con un post sul suo profilo sull’ultima sua creatura: “Saranno gli anni che passano e con loro un crescente interesse per il cibo, ma questo progetto mi riporta indietro nel tempo, per lui sto provando le stesse emozioni dei miei primi lontani lavori. Quando ho pensato a “riserva Orso” non mi sono limitato solo al packaging o al design si alcuni oggetti di contorno, ma a una nuova ricetta di salame. Che azzardo! Ma solo così avrebbe avuto un senso compiuto questo lavoro. Con “Riserva Orso” sono partito dalla storia legata al luogo che ha reso celebre l’insaccato consacrandolo ad eccellenza del territorio. Sant’Olcese il paese che deve il suo nome a “Ursicino” (Olcese) il vescovo francese che riparò in questo lembo della Valpolcevera per fuggire dalla Gallia allora invasa dai barbari. Lo storytelling narra dalla vicenda  in cui il presule compì il miracolo di ammansire un feroce Orso che terrorizzava le popolazioni del tempo. Ancora oggi l’orso e il Santo sono l’emblema di S. Olcese. Da qui il progetto. Ma torniamo alla ricetta: che alimento mi viene se vi dico orso? Semplice no? Il miele.

Il miele sapientemente aggiunto e testato da Maestri Salumieri di Casa Parodi, la più antica manifattura di Sant’Olcese, rinomata custode di una tradizione che si trasmette da cinque generazioni, ebbene proprio il miele è l’ingrediente novità. Per finire un ringraziamento a Emanuela Parodi per avere creduto con entusiasmo da subito all’idea e al “bacan” Federico Parodi per la sua benedizione. Naturalmente un grazie anche a voi amici che lo vorreste assaggiare”.

Ed eravamo in tanti, giornalisti e non, esperti gourmet e qualche amministratore ieri mattina al Mog per confrontarsi sulle gioie di un salame “diverso” sul usale ha deciso di puntare il Salumificio Parodi, da due secoli produttore, che nel 2012 è stato inserito nel Registro delle imprese Storiche d’Italia, istituito dalle Camere di Commercio.

Raccontano i produttori: “Alla consolidata base dell’impasto tradizionale, ecco aggiungersi il sapore accattivante del miele. Una scelta frutto di una profonda ricerca storica, dalla quale è scaturita una combinazione che rapisce i sensi del  palato”.

Ne ho ricevuto in omaggio un salame con la sua bella confezione – i giornalisti, vil razza dannata sono così. Non ci sono soltanto quelli che partono all’avventura per Dubai, magari per raccontare le prospettive turistiche per il loro territorio – che conservo gelosamente per essere affettato nel giorno di Pasqua per una festa conviviale con la mia famiglia. Perché dopo il giovedì e il venerdì santo arriva la Pasqua. Anche in questo caso simbolica.

E al mio amico Alberto, e a me stesso, mi piace dedicare questo pensiero tratto da “Vita con Lloyd”:

“Dove vai con scopa e paletta Lloyd?”

“A raccogliere il suo sogno infranto sir”

“Lascialo dov’è… ormai non serve più a niente”

“Ma mettere i piedi sui frammenti di sogni ci si ferisce all’improvviso sir”.

“E coi pezzi che ci facciamo?”

“Di sicuro la sua creatività saprà come sfruttarli sir”

“Per qualche opera d’arte, Lloyd”

“Per qualche capolavoro d’esperienza, sir”.

Paolo De Totero

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