Il presidente nazionale dell’Anpi all’Ansa: “Hanno frugato nei miei post del 2015”
A una settimana dalla Festa della Liberazione l’Anpi è al centro di una nuova polemica.
Dopo aver cercato di placare in conferenza stampa le critiche ricevute per la contrarietà all’invio di armi a Kiev e per aver chiesto una commissione d’inchiesta internazionale per scoprire “cosa è accaduto davvero” nel massacro di Bucha, il presidente dell’associazione dei partigiani d’Italia, Gianfranco Pagliarulo, è ancora al centro delle polemiche. Attacchi che fanno sempre riferimento all’Ucraina, ma stavolta nel mirino sono finiti alcuni post datati 2015 nei quali definiva “nazistoide” il “Regime di Kiev foraggiato dagli Usa”.
Oggi l’ennesima replica: “Non sono putiniano. Antifascista sempre e condanno l’invasione dell’Ucraina. Continueremo a condannare un’invasione sanguinosa, a sostenere il cessate il fuoco e il ritiro dei russi, a dire no all’invio di armi: l’obiettivo è la pace, condividiamo gli appelli del Papa. Per questo manifesteremo il 25 aprile”, ha ribadito Pagliarulo.
“Ogni giorno l’Anpi è attaccata da qualcuno, dicono il contrario di ciò che affermo: parlo di unità e ci accusano di divisioni. Hanno frugato nei miei post del 2015 per dimostrare che sono seguace di Putin. Io mi riferivo ai cambi di regime in Ucraina tra il 2013-2014 e all’avvio della guerra civile nel Donbass”.
E poi ricorda gli “episodi sconvolgenti avvenuti per mano di formazioni ispirate al nazismo” non ultimo “il battaglione Azov” e ribadisce “la presenza straniera e degli Usa nei cambi di regime che è documentata: ero antifascista in quegli anni e lo sono ancora, essere antifascisti non vuol dire essere amico di Putin soprattutto oggi con un’invasione criminale il cui unico responsabile è Putin”.
Critiche su Pagliarulo sono piovute anche da Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia: “In Italia ci sono molte persone che continuano ad appoggiare Putin – ha detto -, e non potendo apertamente schierarsi con l’aggressore, scelgono posizioni apertamente neutre. Come le infelici dichiarazioni recenti del presidente dell’Anpi che qualche anno fa chiamava regime nazistoide il governo ucraino democraticamente eletto, traducendo in italiano la pura propaganda russa”.
L’attacco al presidente Anpi viene anche dalle pagine di Micromega, dove il direttore Paolo Flores d’Arcais aveva definito “oscena” e che “infanga i valori della Resistenza” la richiesta di Pagliarulo di appurare cosa fosse avvenuto a Bucha. Parole durissime che hanno portato Tomaso Montanari, Francesco Pallante e Angelo Orsi a manifestare solidarietà all’Anpi e a interrompere la loro collaborazione con la rivista. La rivista ha poi invitato Pagliarulo a un confronto pubblico ma lui ha declinato. “Dopo il florilegio di insulti e bassezze contro la mia persona e, cosa ancora più grave, contro l’Anpi, non risponderò all’invito e non parteciperò al richiesto dialogo”, ha detto ringraziando per la solidarietà i tre studiosi che hanno preso le distanze dal giornale.
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