La circolare del Ministero: segnalare subito i sintomi sospetti agli indirizzi: malinf@sanita.it ed epa2022@iss.it
“Non è ancora chiaro se si sia verificato un aumento dei casi di epatite o un aumento della consapevolezza dei casi di epatite. L’adenovirus è un’ipotesi possibile e le indagini sono in corso per l’agente eziologico”.
Lo scrive l’Oms in un aggiornamento sui casi che hanno colpito al 21 aprile, 169 bambini. Sia nel Regno Unito che in Olanda si è registrato un notevole aumento della circolazione dell’adenovirus che dai test è stato rilevano in 74 casi mentre in 19 è stata trovata una coinfezione, cioè il Covid più l’adenovirus.
Molti casi hanno riportato sintomi gastrointestinali inclusi dolore addominale, diarrea e vomito che hanno preceduto la presentazione di un’epatite acuta grave.
“La maggior parte dei casi non aveva la febbre. I virus comuni che causano l’epatite virale acuta (virus dell’epatite A, B, C, D ed E) non sono stati rilevati in nessuno di questi casi. I viaggi internazionali o i collegamenti ad altri paesi sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sono stati identificati come fattori” spiega l’Oms.
“Il Regno Unito, dove fino ad oggi è stata segnalata la maggior parte dei casi, ha recentemente osservato un aumento significativo delle infezioni da adenovirus in particolare rilevate nei campioni fecali nei bambini”.
L’ipotesi è che i due anni di emergenza pandemica, il lockdown e le restrizioni anti Covid come distanziamento e mascherine abbiano rallentato se non impedito la circolazione dei virus e che questo abbia reso i bimbi più piccoli immunologicamente non protetti.
Le infezioni da adenovirus – spiega il direttore generale Prevenzione sanitaria Giovanni Rezza in una circolare del Ministero della Salute – sono comuni e di solito provocano una malattia lieve, con sintomi simili al raffreddore, vomito e diarrea. La maggior parte delle persone infettate da un Adenovirus non presenta complicazioni. L’epatite è una complicanza rara delle infezioni da adenovirus, che solitamente colpisce gli individui immunocompromessi.
La situazione epidemiologica nazionale
“Al 22 aprile sono giunte in totale 11 segnalazioni che fanno riferimento a pazienti individuati in diverse Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto)”.
È scritto nella circolare del Ministero che poi precisa: “Si tratta quindi di segnalazioni relative a casi sporadici sparsi sul territorio nazionale, la cui aderenza ai criteri della definizione di caso (riportata di seguito) viene di seguito illustrata: 1 paziente non rientra nella definizione di caso (ricoverato prima del gennaio 2022); 2 casi sono in corso di valutazione per possibili ulteriori cause eziologiche; 4 casi sono definibili come sospetti (gli esami sono al momento in corso o non definiti); 2 casi definiti come possibili (età superiore ai 10 anni); 2 casi confermati. Un caso possibile è stato sottoposto a trapianto epatico. Una positività per Adenovirus o per SARS-CoV-2 è stata per ora riportata solo in due casi sospetti. Il ruolo giocato dagli Adenovirus nella eziologia di queste forme di epatite acuta, ipotizzato da ricercatori UK, non è però confermato in via definitiva.
Diverse Regioni (Campania, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Calabria, Puglia) hanno comunicato di non avere al momento casi da segnalare”.
Infine il Ministero sollecita la segnalazione di ogni eventuale caso di epatite acuta da causa non nota nei bambini e dà alcune indicazioni alle autorità sanitarie su come procedere.
“Si sollecita la segnalazione di ogni eventuale caso di epatite acuta che risponda alla definizione di caso attualmente adottata dall’OMS, a questo Ministero, Direzione Generale della Prevenzione sanitaria, (Ufficio 5 – Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale) e all’Istituto Superiore di Sanità (Dipartimento di Malattie Infettive), ai seguenti indirizzi: malinf@sanita.it ed epa2022@iss.it. Le email di segnalazione dovranno contenere il seguente oggetto: SEGNALAZIONE CASO EPATITE DI ORIGINE SCONOSCIUTA.
Si raccomanda, in questa fase, volendo privilegiare sensibilità rispetto a specificità, di valutare ed eventualmente segnalare anche i casi parzialmente rispondenti alla definizione di caso.
Si raccomanda altresì di prevedere in ogni caso la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario”.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta