“L’aiuto al popolo ucraino è un primo passo per riprendere il cammino della difesa comune europea”
Genova – “Vorrei fermarmi un momento, alla luce di questi fischi, sulla riflessione che l’articolo 11 della Costituzione ci propone in riferimento alla guerra. ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. Non ripudia la difesa di fronte alle aggressioni e la solidarietà con l’aggredito e con i suoi profughi. Mentre promuove la pace come obiettivo importante e fondamentale”.
Così il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, nel corso dell’orazione commemorativa in piazza Matteotti, per le celebrazioni per il 25 aprile, in risposta alle contestazioni dei sostenitori del candidato sindaco Mattia Crucioli, in piazza con cartelli e megafono per dire no all’invio di armi in Ucraina.
“Le immagini dei bambini, delle donne, degli uomini torturati e uccisi – ha proseguito Flick – lasciati insepolti sull’asfalto delle strade, nelle cantine, irrompono nella nostra pacificità quotidiana. Non occorre una commissione internazionale per accertarli, non sono una messa in scena”.
E poi ha aggiunto: “Si potrà discutere in tempi migliori sulle responsabilità, sulle differenze o similitudini tra la resistenza ucraina all’aggressione russa e quella dell’Italia contro il nazismo, sul significato attuale della Nato, sulle spese per gli armamenti e sui limiti agli aiuti. Però attenzione, l’alibi del ‘né..né’, o del ‘sì però’, non può avere spazio in un momento come questo”.
“Restano fermi con il ripudio della guerra aggressiva almeno il rifiuto del commercio di armi, in contrasto con le leggi che lo disciplinano – ha sottolineato -. È legittimo essere pacifisti senza se e senza ma, è legittimo teorizzare che la vita vale più della libertà, la propria. Non si può sostenere che l’Italia è una Repubblica nata dalla Resistenza, fondata sull’antifascismo militante, e poi decidere chi altri abbia il diritto o no di fare la propria resistenza e scegliere o meno la libertà. Non si può inneggiare alla resistenza vietnamita e poi negare quel diritto al popolo ucraino, aggredito che chiede aiuto. Ognuno è libero di fare ciò che crede, quello che non può fare è dire agli altri popoli come comportarsi”.
Infine, Flick ha concluso appoggiando il “cammino verso la difesa comune europea” sottolineando che “l’aiuto al popolo ucraino è un primo passo per riprendere questo percorso”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.