6,89 milioni i non vaccinati. Copertura terza dose all’84,1% della popolazione di età superiore ai 5 anni
Roma – La quarta dose di vaccino anti Covid è stata somministrata solo al 13% degli immunodepressi e al 2,8% di over 80, anziani fragili e ospiti delle Rsa. Percentuali che mostrano una campagna “che arranca” e descrivono un “clamoroso flop”.
A denunciarlo, sulla base dei dati aggiornati al 27 aprile alle ore 6, è il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. L’88,1% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e l’86,5% ha completato il ciclo vaccinale.
Sono 6,89 milioni le persone di età superiore ai 5 anni non vaccinate, di cui 2,75 milioni di guariti, protetti solo temporaneamente. Mentre la terza dose è stata fatta a 39.288.115 italiani, cioè l’84,1%, con nette differenze regionali: si va dal 79,1% della Sicilia all’88,4% della Valle D’Aosta. Infine, 1,8 milioni di persone sono candidate a riceverla subito.
Efficacia dei vaccini all’ 89,9% dopo il richiamo
L’efficacia sulla diagnosi, continua Cartabellotta, rimane sostanzialmente stabile dal 45,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni, al 47,1% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 63,7% dopo il richiamo.
L’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile al 72,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni, al 73,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 89,9% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 14,9-56,6%): fa eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +25,2% rispetto ai non vaccinati.
In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 30,3-81,9% per ricoveri ordinari; del 59,2-85,7% per le terapie intensive) e decesso (del 59,2-89,9%)
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