Sono 189 le vittime. 75 solo nel mese di marzo. Le denunce di infortunio totali crescono del 51 % rispetto allo scorso anno. Sanita’ e trasporti i settori più colpiti
Sul podio dell’insicurezza: Molise, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Toscana e Marche.
“Un trimestre drammatico per le morti sul lavoro nel nostro Paese: 189 vittime da gennaio a marzo (+2,2% rispetto al 2021). Con un incremento tragico dei decessi da fine febbraio a fine marzo, pari al 66% (75 morti in più).
Contemporaneamente, crescono in modo significativo purtroppo anche le denunce totali di infortunio (+51% rispetto allo scorso anno). Ma a delineare ancor più profondamente l’emergenza, regione per regione, è l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa, la cui media in Italia nei primi tre mesi dell’anno è di 6 decessi ogni milione di occupati”.
E’ questa l’introduzione di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, all’ultima indagine e zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che, l’Osservatorio mestrino, descrive – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori.
A finire in zona rossa al termine del primo trimestre del 2022, con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 6 morti ogni milione di lavoratori) sono: Molise, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Toscana e Marche. In Zona Arancione: Puglia, Veneto, Abruzzo e Lombardia. In Zona Gialla: Sicilia, Calabria, Umbria, Emilia Romagna, Sardegna, Piemonte, Campania e Lazio. In Zona Bianca: Friuli Venezia Giulia, Liguria e Basilicata.
I numeri assoluti delle morti sul lavoro in Italia nel primo trimestre 2022
Come spesso accade, valori assoluti e incidenze portano graduatorie differenti. Così a guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia (27), la regione con la maggior popolazione lavorativa in Italia. Seguono Toscana (16), Veneto (13), Emilia Romagna e Lazio (11), Puglia e Piemonte (9), Sicilia e Campania (8), Marche e Trentino Alto Adige (5), Piemonte, Calabria e Abruzzo (3), Umbria e Molise (2), Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Liguria (1).
Nel report, il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia
Il settore Trasporto e Magazzinaggio conta il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 20 (erano 7 nel primo trimestre del 2021
Seguono il comparto delle costruzioni (13), commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli (10), attività manifatturiere (7), il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese e Sanità e assistenza sociale (4).
Le fasce d’età
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (52 su un totale di 138). Ed è proprio in questa fascia d’età che si rileva anche uno degli indici di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati (11,3) insieme a quella degli over 65 (11,7). L’incidenza di mortalità minima è invece nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 2,6), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 7,1 infortuni mortali ogni milione di occupati.
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel primo trimestre 2022 sono 13 su 138. In 11 invece hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 17.
In aumento le denunce di infortuni
Le denunce di infortunio nel marzo del 2022 rispetto a marzo 2021 sono in aumento del 51%, 128.671 contro le attuali 194.106. Sono quasi 30 mila gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Ancora significativa la variazione delle denunce di infortunio in occasione di lavoro nel Settore Trasporto e Magazzinaggio: sono 16.485 a fine marzo 2022, ma erano 6.176 a fine marzo 2021.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta