“Inchiesta Jonny”: un anno fa l’appello finì con 4 assoluzioni e 62 condanne
Catanzaro – L’operazione Jonny è un’indagine della Dda di Catanzaro riguardante le infiltrazioni della cosca Arena nel tessuto economico del Crotonese.
Le accuse rivolte agli indagati erano associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose.
Oggi l’ex sindaco di Isola capo Rizzuto Gianluca Bruno e il funzionario della Prefettura di Crotone Carmelo Giordano sono indagati in un nuovo filone dell’inchiesta Jonny coordinata dalla Dda di Catanzaro sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta sul centro di accoglienza per migranti Cara di Isola Capo Rizzuto.
Corruzione aggravata e associazione mafiosa
Agli indagati è stato notificato un avviso di conclusione indagini per concorso esterno in associazione mafiosa per Gianluca Bruno e per Carmelo Giordano di corruzione aggravata. Lo stesso provvedimento è stato notificato anche a Leonardo Sacco, già condannato a 20 anni di reclusione in appello nel processo scaturito dalla prima indagine.
Appalti, subappalti e immobili
Bruno, secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dai pm della Dda catanzarese, diretta da Nicola Gratteri, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino, avrebbe consentito “ai membri di vertice del sodalizio di poter acquisire lotti immobiliari nel comune di Isola di Capo Rizzato, garantendo loro la compiacenza delle strutture comunali, ponendosi quale figura di riferimento istituzionale capace di interloquire con i diversi enti (in primis Provincia ed istituzioni governative) al fine di garantire alla Misericordia ed ai suoi fornitori il controllo degli appalti serventi il Cara (centro di accoglienza per richiedenti asilo) ed il recupero dei crediti ivi afferenti, con tali condotte agevolando le attività del sodalizio che risultava rafforzato nella sua capacità operativa e nel conseguimento dei propri scopi”.
Una mazzetta da 10 mila euro
Giordano è accusato di corruzione aggravata perchè, si legge nell’avviso di conclusione indagini, “dopo che la Prefettura di Crotone sottoscriveva una convenzione con la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia per la gestione del centro per immigrati Sant’Anna di Isola di Capo Rizzato, cosi affidando detta attività alla “Fraternità di Misericordia”, articolazione territoriale locale del predetto ente benefico” avrebbe accettato 10 mila euro da Leonardo Sacco, a capo della Misericordia di Isola.
Omissione nei controlli dei subappalti
In cambio Giordano – nella sua veste di ragioniere in servizio alla Prefettura di Crotone, con compiti anche di gestione amministrativa e contabile dei capitoli di bilancio relativi alle spese per i centri di accoglienza per immigrati – avrebbe omesso “il controllo sul subappalto da parte della Fraternità di Misericordia in favore di imprese terze del servizio di mensa per gli ospiti delia struttura”.
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