La mossa di Biden rischia di costringere la Russia al suo primo default dalla rivoluzione bolscevica del 1917
Joe Biden punta a dare un nuovo pesante colpo a Vladimir Putin. La sua amministrazione è determinata a lasciar scadere la licenza che ha finora consentito a Mosca di onorare i suoi pagamenti sul debito, in una mossa che rischia di costringere la Russia al suo primo default dalla rivoluzione bolscevica del 1917.
Il pericolo è reale, anche se il Cremlino continua a minimizzare: “Se non potremo pagare in dollari pagheremo in rubli”, assicura il ministro delle finanze russo Anton Siluanov, affermando che non ci sarà alcuna insolvenza sul debito.
L’andamento dei credit-default swap, i contratti che assicurano gli investitori contro un default, raccontano però una storia diversa. Indicano in realtà un 90% di chance di fallimento entro un anno nel caso in cui gli Stati Uniti decidessero di bloccare i pagamenti relativi ai bond russi agli investitori americani, non rinnovando l’esenzione temporanea in scadenza il prossimo 25 maggio.
“È improbabile che ci sia una proroga della licenza che ha consentito alla Russia di continuare a pagare il proprio debito, ma nessuna decisione definitiva e’ stata ancora presa, ha spiegato il segretario al Tesoro americano Janet Yellen, che si trova in Europa per un giro di consultazioni e per partecipare al G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali. Un default russo porrebbe fine alla saga sul debito di Mosca iniziata tre mesi fa con la guerra in Ucraina. L’esenzione approvata in febbraio ha consentito finora al Cremlino di far fronte ai suoi obblighi e, allo stesso tempo, di usare risorse che altrimenti avrebbe potuto indirizzare alla guerra in Ucraina. Questo però non è più abbastanza per la Casa Bianca: nonostante un acceso dibattito interno, l”amministrazione Biden sarebbe ora propensa a bloccare i pagamenti russi per mantenere alta la pressione su Mosca e infliggere a Putin uno smacco senza precedenti, e l’onta di un default di fronte al mondo nella speranza di scuotere anche la popolazione russa, di spingerla a ribellarsi la linea seguita dal suo presidente.
Un eventuale mancato rinnovo americano dell’esenzione sui bond russi farebbe però salire ancora di più la tensione fra Washington e Mosca, e non si può escludere che il Cremlino possa alla fine ricorrere alle vie legali. Proprio Siluanov ha paventato in aprile la possibilità di una causa nel caso in cui la Russia fosse stata costretta a violare i propri obblighi, pur essendo perfettamente in grado di rispettarli. Un’ipotesi che non ha scosso la comunità internazionale che, a suon di sanzioni, non intende fare sconti a Putin per la sua guerra.
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