Strage in una scuola in Texas: le lobby delle armi ammazzano altre 21 persone

Ennesima strage negli USA, muoiono 19 bambini e due adulti

Ennesima strage con armi da fuoco in una scuola degli Stati Uniti. Un 18enne è andato di aula in aula a Uvalde, in Texas, uccidendo almeno 19 bambini e due persone adulte, tra cui un insegnante, prima di essere ucciso da un agente di polizia.

Prima della strage l’incidente in auto

L’assalto è iniziato attorno alle 11.30 alla Robb Elementary School, frequentata da circa 600 studenti, in gran maggioranza di origine ispanica, così come la popolazione della cittadina di circa 16mila abitanti. Il 18enne Salvador Ramos si è schiantato con l’auto fuori dalla scuola e poi è corso nell’edificio. Due agenti hanno tentato di fermarlo, innescando uno scontro a fuoco e rimanendo feriti, ma il giovane è entrato. È poi andato di classe in classe, aprendo il fuoco sui bambini. Secondo Cnn, indossava un giubbotto antiproiettile. Mentre sul posto arrivavano i rinforzi della polizia, un agente della Border Patrol che era nei pressi è accorso e ha sparato al 18enne, uccidendolo.

Sandy Hook

Era Il 14 dicembre 2012, poco dopo le 9.35 del mattino, la scuola elementare Sandy Hook di Newton, Connecticut, fu teatro di quella che a tutt’oggi resta la strage con il più alto numero di persone uccise in una scuola elementare americana, e la quarta più tragica in assoluto negli Stati Uniti. Molte le similitudini con la strage avvenuta a Uvalde, Texas, dove un ragazzo di 18 anni ha prima sparato alla nonna, poi si è diretto alla scuola elementare Robb e ha ucciso quattordici bambini e un adulto.

Sono 26 le persone che hanno perso la vita a Sandy Hook, venti bambini e bambine tra i sei e i sette anni, e sei persone dello staff scolastico. L’assassino era Adam Lanza, 20 anni, che poi si tolse la vita sparandosi alla testa all’arrivo dei primi agenti. Ma la strage aveva fatto un’altra vittima prima che Lanza aprisse il fuoco dentro la scuola: la madre Nancy, di 52 anni, uccisa dal figlio con quattro colpi alla testa mentre era ancora a casa. Gli agenti la trovarono a letto, ancora con il pigiama addosso. Il fucile usato da Lanza, un semiautomatico Bushmaster XM15, era della madre: per la legge allora vigente in Connecticut, lui era troppo giovane per usare quel tipo di arma. Tra gli insegnanti eroi la maestra Natalie Hammond, che grazie al suo coraggio ha salvato se stessa e impedito un bilancio ancora piu’ grave: quando si precipitò nell’atrio della scuola dopo aver sentito i primi colpi, si trovò di fronte Lanza che le sparò due volte. Si finse morta, e poi si trascinò fino alla porta della sala riunioni dove si trovavano nascosti i colleghi, riuscendo a tenerla chiusa con il peso del corpo. Lanza non aveva precedenti penali, ma era stato allevato dalla madre nel culto delle armi. La donna ne aveva almeno una dozzina e le lasciava usare al figlio, che portava con sé al poligono di tiro. Era sempre stato una persona silenziosa ed emotivamente fragile, facile preda dell’ansia, e all’età di 13 anni gli era stata diagnosticata la sindrome di Asperger.

Nelle indagini dopo i fatti di Sandy Hook, gli investigatori scoprirono che era affascinato dalle sparatorie di massa, tra cui il massacro del 1999 al liceo di Columbine, in Colorado, e quello del campus universitario alla Virginia Tech nel 2007.
Non dissimile la storia di Salvador Ramos, cresciuto con il culto delle armi, che negli Stati Uniti rappresentano uno dei modi per sentirsi parte di una comunità. Joe Biden ha dichiarato che la strage di Uvalde è “Un atto di violenza senza senso. E’ tempo di agire”.  Il Presidente ha ribadito che chiederà al Congresso di intervenire per avviare restrizioni sulle armi e “affrontare la lobby delle armi”, definendosi “disgustato e stanco” e sottolineando che dal 2012 sono state 900 le sparatorie nelle scuole Usa, ma “la lista cresce se si includono luoghi come teatri, chiese, o 10 giorni fa un negozio di Buffalo”.
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha aggiunto:”Dobbiamo trovare il coraggio di agire”rivolgendosi al Congresso, che è impotente a legiferare nonostante le tragedie”.

Le armi facili volute dal Governatore del Texas

Dopo la strage a Uvalde è finito nel mirino dei media il Governatore repubblicano del TexasGreg Abbott, tra i possibili candidati presidenziali nel 2024,  per aver firmato lo scorso anno una legge che ha fatto tornare il suo stato all’epoca del Far West. Il provvedimento, entrato in vigore lo scorso primo settembre, consente a chiunque abbia piu’ di 21 anni di detenere e portare per strada e in tutti i luoghi pubblici un’arma senza licenza, controlli e addestramento, a meno che non sia un pregiudicato o sia soggetto a particolari restrizioni legali. Una misura che ha fatto gridare allo scandalo le organizzazioni contro le armi, ma fortemente voluta da Abbott  fedelissimo di Donald Trump, e fervente sostenitore del secondo emendamento della costituzione sul diritto all’autodifesa.

Un precedente a Uvalde nel 2018

C’è un sinistro precedente quasi premonitore della sparatoria a Uvalde. Nel 2018 la polizia arrestò due teenager di 13 e 14 anni sventando un piano per un massacro in una scuola della cittadina ispirandosi ai due autori della strage di Columbine. Inizialmente i due volevano mettere a segno l’assalto il 20 aprile, anniversario della strage di Columbine, del 2022, anno in cui si sarebbero diplomati. Poi uno dei due convinse l’altro ad entrare in azione quell’anno stesso alla scuola superiore Morales Junior, frequentata da uno dei due killer . La coppia intendeva rubare le armi ai vicini, far esplodere ordigni all’inizio dell’attacco, dare la caccia agli studenti che avevano segnato in una lista e poi colpire indiscriminatamente gli altri, prima di togliersi la vita. Un alunno della scuola però venne a sapere del piano e lo riferì ai dirigenti dell’istituto, che avvisarono la polizia. I due si erano ispirati ai killer di Columbine, Eric Harris e Dylan Klebold, a tal punto da chiamarsi con quei nomi.

Il messaggio su Instagram di Salvador Ramos

Poche ore prima di compiere la strage nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, Salvador Ramos ha inviato un messaggio criptico a una sconosciuta su Instagram nel quale affermava: “sto per..”.

Lo riportano i media americani, sottolineando che su Instagram Salvador Ramos era conosciuto come “salv8dor”. Sul suo account, bloccato non appena è stato diffuso il suo nome, aveva pubblicato un selfie e altre foto di armi, di cui una con due fucili uno a fianco all’altro. Il messaggio criptico lo aveva inviato a “@epnupues”, una ragazza sconosciuta che non vive neanche in Texas. Il killer l’aveva contatta il 12 maggio e le aveva detto di “ripostare” le foto delle sue pistole. Al messaggio “sto per..”, inviato alle 5.43 del mattino di martedì, la ragazza aveva risposto: “cosa?”.

Il killer le aveva risposto: “te lo diro’ prima delle 11”. Un’ora dopo le aveva scritto ancora: “ho un piccolo segreto che voglio dirti”. Il suo ultimo messaggio alla ragazza era stato alle 9.16.

Le dichiarazioni di Obama

“Il nostro Paese è paralizzato non dalla paura ma da una lobby delle armi e da un partito politico che non hanno mostrato alcuna volontà di agire per prevenire queste tragedie”. Lo afferma l’ex presidente Barack Obama intervenendo sulla strage della scuola elementare del Texas. “Io e Michelle siamo a fianco delle famiglie di Uvalde. Ma siamo anche arrabbiati. E’ scaduto il tempo per agire, per qualsiasi tipo di azione”.

 

 

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