Can can elettorale

Volata finale

Siamo agli sgoccioli. Poco più di due settimane al voto per le amministrative che porteranno al rinnovo del consiglio comunale e dei municipi. Con schede suppletive per il referendum sulla giustizia. Una specie di volata finale in cui crescono esponenzialmente gli impegni dei candidati, tra aperitivi e colazioni, incontri e volantinaggi nei mercati e rari pranzi di sostegno alla campagna elettorale. Previsti, questi ultimi, solo nel caso della ascesa a Genova di qualche raro big, soprattutto quelli del centrodestra, per la maggior parte già palesatisi. Meno quelli del centrosinistra con la logica interpretazione che nessuno ha la velleità di intestarsi una potenziale sconfitta.

I sondaggi

Mentre è tutto un fiorire di sondaggi – più o meno uno alla settimana – fra tv più o meno locali e quotidiani cartacei. Buon ultimo quello de “Il Corriere della Sera” con articolo di Nando Pagnoncelli, che parlando dei sette candidati sindaci e delle loro coalizioni, parte da lontano. Con l’elenco dei concorrenti e la loro popolarità goduta fra i concittadini. Perciò i due principali avversari con Marco Bucci, il sindaco uscente, conosciuto dall’84 per cento dei genovesi e il suo avversario Arie’l Dello Strologo (56 per cento). Poi via via Antonella Marras, candidata di Sinistra Insieme (33 per cento), Mattia Crucioli, senatore di Uniti per la Costituzione (29 per cento), Cinzia Ronzitti del partito Comunista dei Lavoratori (27 per cento), Carlo Carpi, Insieme per Genova (22 per cento) e Martino Manzano Olivieri del Movimento 3V (19 per cento).

Bucci confermato al primo turno?

Scrive poi Pagnoncelli: “Sulla base del sondaggio odierno la competizione appare limitata a Bucci e Dello Strologo, con il primo che al momento è accreditato del 51,1 per cento delle intenzionindi voto, ha un vantaggio di dieci punti sul suo principale avversario (41,1) e verrebbe confermato al primo turno”.

E continua Pagnoncelli: “Nell’ipotesi di un ballottaggio tra Bucci e Dello Strologo, il sindaco uscente oggi prevarrebbe per 54,5 per cento a 45,5 per cento. E Bucci prevale anche nei pronostici dei genovesi. Infatti uno su due, 49 per cento prevede la sua vittoria, contro il 10 per cento che si attende l’affermazione del su9 principale avversario”.

Con tanto di chiosa che appare una sorta di pietra tombale: “Da notare  che la previsione della vittoria di Bucci ha la meglio, sia pure di poco (42 per cento a 38 per cento) anche tra gli elettori di Dello Strologo e ciò potrebbe avere conseguenze sulla mobilitazione di quella parte del suo elettorato rassegnato alla sconfitta. Partita chiusa dunque? Indubbiamente la distanza registrata oggi tra i due principali candidati appare difficilmente colmabile, ma rimane l’incognita della conferma diretta di Bucci al primo turno: la cautela è d’obbligo, a fronte del margine d’errore statistico delle stime e dell’elevata quota di astenuti e indecisi (48 per cento) che affligge anche Genova”.

Del resto il titolo del “Corsera” lascerebbe pochi dubbi su un potenziale miracolo dell’ultima ora: “Comunali 2022, a Genova Bucci ipoteca il bis: ha un vantaggio di 10 punti”.

amministrative 2022

La reazione del potenziale sconfitto

Perciò il candidato sindaco del centro sinistra Arièl Dello Strologo da qualche giorno è già corso ai ripari chiedendo a gran voce un confronto diretto con il suo avversario Marco Bucci e lamenta sui suoi canali social un post con tanto di video: “ Amiche, amici, ho un importante messaggio per voi! Sono appena uscito da un incontro in Confindustria e tra poco andrò ai giardini Luzzati per un non confronto con Bucci. Anche stasera, infatti, manderà un assessore. Voi se potete venite numerosi”.

Bucci manda un assessore al confronto con gli altri candidati

Visibilmente contrariato Dello Strologo che spiega “ Anche stavolta il sindaco sarà assente. Era stato indicato un assessore poi hanno comunicato che ne verrà un altro. In questo modo il sindaco uscente lede la campagna elettorale. Si presenterà al confronto quando mancheranno pochi giorni al temine e i risultati saranno in larga parte acquisiti impedendo ai cittadini di poter assistere a un confronto”.

E, insomma, sulla strategia del sindaco uscente e probabilmente rientrante il suo principale avversario in larga parte ha ragione. Bucci e i suoi strateghi hanno capito benissimo di aver in larga misura già vinto e con grande margine. Tanto che le intenzioni di voto lo vedrebbero vincente già al primo turno senza bisogno di arrivare al ballottaggio e con dieci punti sull’avversario. Comprensibile come voglia amministrare il vantaggio senza l’imponderabilita Di concedere qualche scivolone che rinforzi il suo avversario.

Ed è comprensibile d’altra parte che il candidato del centrosinistra continui a vellicarlo richiamandolo ad un ipotetico dovere di un confronto faccia a faccia. A cui il sindaco uscente oppone, polemicamente o meno, una serie di ragioni.

La moda del cartonato

Per prima cosa obietta che nella precedente campagna elettorale, almeno in un primo momento di fronte ad una analoga richiesta, il centrosinistra gli aveva contrapposto il candidato in consiglio comunale e segretario del maggior partito della coalizione Alessandro Terrile, ma non il suo avversario Gianni Crivello, assessore della Giunta Doria. Tanto che polemicamente Bucci si fece fotografare proprio con la foto di Crivello. Inoltre tanto per creare un po’ di confusione spargendo fumi dissuasori, insiste nel pretendere in un’eventuale confronto la presenza di tutti e sette i candidati. Una specie di tribuna elettorale che, probabilmente, potrebbe togliere sapore all’incalzare di una faccia a faccia vero e proprio.

Intanto ai giardini Luzzati è stato mandato in sua rappresentanza l’assessore ai trasporti Matteo Campora, che, manco a farlo apposta, si è sentito di rispondere esclusivamente ai temi riguardanti le sue deleghe.

Assente dell’ultima ora l’assessore al Bilancio, con una sommatoria di altre deleghe pesanti, Pietro Piciocchi, più avvezzo ai faccia a faccia e a rappresentare il sindaco. Ma appare ovvia la strategia di fornire agli avversari il minor numero di appigli possibili continuando a gestire il congruo vantaggio. Il che la dice lunga sulle acquisite capacità politiche del sindaco uscente e rientrante. E pensare che sino a qualche mese fa aspirava ad essere un manager ed un commissario, non privo di una certa arroganza, rifiutando con sdegno quelle che secondo lui appartenevano all’intermediazione e ai necessari compromessi della politica. Poi avendo conquistato a suon di risultati delle intenzioni di voto la probabile riconferma già al primo turno ha compreso che avrebbe potuto staccarsi dai partiti della coalizione e dalla Lega con Edoardo Rixi suo primo elettore e mentore.

Del resto anche Nando Pagnoncelli lo sottolinea nel suo articolo de “Il Corriere della Sera”: “Quanto alle liste, con l’eccezione del Pd che risulta il primo partito con il 21,4 per cento delle preferenze, le liste civiche a supporto dei candidati ottengono risultati migliori rispetto ai principali partiti presenti su scala nazionale, a partire dalla lista Bucci Vince Genova accreditata del 20, 2 per cento, seguita da Genova Civica Dello Strologo (9,5 per cento) dalla lista Toti per Bucci (7,3 per cento) che prevale seppure di poco sui partiti del centro destra (Fratelli d’Italia 7 per cento, Forza Italia e Lega 6 per cento) e suL M5S (6,7 per cento). Nel complesso le liste a sostegno di Bucci raggiungono il 50, 6 per cento, quelle a favore di Dello Strologo il 41,9”.

Amministrative 2022

I reiterati appelli contro l’astensione

Insomma, incrociando i dati non soltanto un manager ma anche un avvocato può comprendere che l’unica possibilità di salvezza, almeno per arrivare al ballottaggio, sia poter smuovere al voto, al fine di tentarne il recupero, quella altissima percentuale di delusi decisi, o forse non definitivamente, a praticare l’astensione come forma di protesta verso la politica. Tanto più che proprio Bucci, pur con la prudenza che lo ha contraddistinto negli ultimi mesi di campagna elettorale, è riuscito ad allargare il proprio campo. E non soltanto con gli esponenti di Italia Viva e di Azione di Calenda, ma facendo pendere dalla sua parte anche l’ex assessore al traffico della giunta di Beppe Pericu Arcangelo Merella, che alle ultime elezioni aveva supportato Gianni Crivello per il ballottaggio con la sua lista civica Ge9si.

I veri progressisti siamo noi

Il tutto con tanto di querelle da parte dei sostenitori del centro sinistra che hanno ricordato allo stesso Merella come in quell’occasione, cinque anni fa, le parole di Bucci nei suoi confronti non furono affatto tenere. Con risposta velenosa dello stesso Merella. E con il duplice effetto di sostentare ancora un po’ il superego già notevole di Marco Bucci: “È una scelta civica non politica. Dello Strologo è meno affidabile”. E battuta finale servita su un vassoio d’argento a uno straripante Bucci che osservava: “I veri progressisti siamo noi”.

Fuochi d’artificio, cani, paella e minculpop

Progressisti o meno che dire del Minculpop della Genova del fare passato dagli ombrellini alle girandoline, dai red carpet ai supermercati, da Manet e dai Rolli o al Barocco all’esaltazione del jeans e delle moto Guzzi, dalle aiuole fiorite dei parchi di Nervi alla sagra della paella? Con scoppi di fuochi d’artificio e illuminazioni a tema piuttosto che passaggi ripetuti delle Frecce Tricolori. Il tutto a seconda dell’interpretazione del turismo culturale e delle varie manifestazioni di richiamo con vedute a tema degli assessori/assessore/ assessor* di riferimento. Il più delle volte prontissime a scatenare una vera e propria guerra di sovrapposizioni con tentativi di sovraesposizioni. E anche quelli non mancherebbero certo. Con il povero Bucci, ex “scindecu cu cria” che in virtù della rinnovata veste di politico, o forse perché impegnato o distratto dal presenzialismo prezzemolesco da campagna elettorale si sforza di gettar giù qualche rospo, o fa finta di niente. Consentendo ai suoi assessori di riferimento sgarbi quasi quotidiani e a qualche capogruppo vere e proprie marchette, più o meno elettorali.  Con tanto di invasioni di dubbio gusto nei negozi del centro dei più disparati generi – dai gioielli alla lingerie – riportate puntualmente sul social di riferimento.

Ma mai stupirsi troppo. E’ la politica da social che va per la maggiore nel centrodestra.

Mentre il centrosinistra, un po’ stile ottocento, arrocca tradizionalmente nel ruolo dell’opposizione, continuando a chiedere le cifre spese dalla pubblica amministrazione per i ricchi premi e cotillon dispensati ai concittadini attraverso sagre, mostre, sfilate storiche. Cifre attese, con tanto di richieste di accesso agli atti. Cifre che comunque quando vengono rese note sono al ribasso mentre al contrario provano a gonfiare i numeri di presenze e di biglietti di eventuali manifestazioni.

Ma, come dicevo, è la politica dei social e non solo. Con candidati che a maggior ragione in periodo elettorale oltre a promuovere, eventualmente qualche amico negoziante, si autopromuovono.

Lo zoccolo duro degli animalisti

Ma in fondo poi anche dalla sinistra, dai e dai, di fronte alla impermeabilità dell’avversario e i reiterati appelli ai potenziali astensionisti a destarsi, qualche  novità finisce perfino per trapelare.

Gatti, cani, canili, randagi, tutto ciò che pur in periodo di peste suina e di vaiolo delle scimmie, finisce per fare animalismo, e soprattutto proprietari e volontari potrebbero rappresentare una congrua fonte di voti.

Epperò, sino a qualche anno fa, e parlo della passata amministrazione, schiacciare l’occhio alla categoria era stato soprattutto il centrodestra. L’ex vicesindaco e consigliere regionale Stefano Balleari con il suo bassotto, “sigaro”. E la Elisa Serafini, allora assessore del sindaco Bucci, prima della “cacciata” e del conseguente libro di denuncia, si era battuta riuscendo ad ottenere che i possessori di cani potessero portare il loro fido animale negli uffici comunali durante l’orario di lavoro. E poi il capogruppo di Fratelli d’Italia Alberto Campanella aveva sdoganato il suo chihuahua Jolie, poi morta e sostituita prontamente, nella sala rossa di palazzo Tursi ben prima di procedere

alla spedizione notturna al Canile di Monte Contessa con scavalcamento della rete autoprodotto in un video, per andare a controllare lo stato degli animali ospitati.

E l’assessore Paola Bordilli ha presenziato lo scorso anno a tutte le manifestazioni di Genova Jeans con il suo adorato cagnetto in braccio salvo lasciarlo in qualche caso per qualche ora alle attenzioni di qualche solerte collaboratore o dipendente del Comune. Cagnetto fotografato anche con Il capitano Matteo Salvini e più in generale protagonista dei selfie che spesso la sua padrona si concede.

Centro destra impegnato, insomma, a strizzare l’occhio ai proprietari di cani, gatti e quant’altro. Contanto di delibera approvata dalla giunta di Bucci che ha dato il via libera alla tumulazione degli animali di affezione nella tomba di famiglia o nel loculo dell’umano di riferimento defunto.

Proprietari di cani e gatti un bacino elettorale

Insomma una riserva elettorale sempre appannaggio del centro destra. E non tanto solo per elezione, probabilmente anche per calcolo.

Eppero’, come si dice…. a estremi mali estremi rimedi, oppure che il fine giustifica i mezzi. Perciò, del tutto irritualmente ecco anche il centrosinistra entrare in competizione. Del resto in epoca Covid lo stesso Ferruccio Sansa, capo dell’opposizione in Regione pare fosse stato denunciato per aver violato l’isolamento nonostante si fosse giustificato adducendo che gli era scappato il cane. Per l’appunto. Insomma come dubitare che anche a sinistra batta un cuore animalista. Solo che fino a ieri certe faccende affettive andavano tenute per se’ senza farne un fatto di militanza politica, o peggio senza specularci su per qualche voto in più.

E comunque no, i tempi sono cambiati. Ci ha pensato, non a caso,  il candidato sindaco Arie’l Dello Strologo solo due giorni fa: “Un appuntamento da non perdere! Martedì 24 alle 19 e 30 in piazza con i nostri amici a 4 zampe!
Condividiamo le nostre esperienze e le nostre esigenze perché anche i nostri amici “pelosetti” hanno diritto a soluzioni per una #Genova“pet friendly”.
Partiremo da Piazza Rossetti, ti aspettiamo!”

Ed in piazza Rossetti insieme a molti altri, uno per tutti il candidato alla presidenza del municipio centro Est Stefano Giordano, Dello Strologo si è presentato con il suo cane “Baguette” al guinzaglio. Approfittandone per diramare e far pubblicità alle proposte inserite nel programma: estendere le sterilizzazioni gratuite per contrastare il fenomeno del randagismo, aumentare il numero delle aree per la sgambatura e le spiagge per l’accesso ai cani, individuare un’area per l’insediamento di un gattile e tutelare le oasi feline già presenti, garantire l’accesso a prestazioni veterinarie gratuite e scontate a persone non in grado di sostenerne il costo.

Insomma il rendez vous di piazza Rossetti era rivolto esclusivamente ai proprietari di cani, o almeno quelli solo erano presenti, ma il candidato ha badato bene a non discriminare parlando di amici “pelosetti” piuttosto che di “Quattrozampe” o “pet friendly”.

In pratica un vero e proprio “can can” elettorale con tanto di citazione di aforisma riveduto e corretto dall’ Accademia della Crusca….. Con quel verbo di moto: “Porta fuori il cane e piscialo”. Per non parlare delle metafore a tema, senz’altro da rifuggire in questo periodo elettorale. Soprattutto se si è costretti ad inseguire. E vanno dal classico “cane bastonato” al “solo come un cane”, sino – giusto per non discriminare – ai poveri “quattro gatti”. E comunque, chissà che attraverso gli appelli agli scettici in vena di astensionismo, sempre che…. la gatta frettolosa non faccia gattini ciechi, – con tanto di reinterpretazione …. ma quella lenta fini’ sotto a una macchina – il Nostro riesca a risalire la corrente e a giocarsi il ballottaggio. Che poi, tanto per restare in tema… Can che abbaia non morde? Oppure con tutte quelle richieste inevase di confronto…. meglio sarebbe non svegliare il can che dorme?

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.