DL concorrenza, trovata l’intesa sui balneari rimane il nodo taxi
Dal 1° gennaio 2024 le concessioni balneari dovranno essere riassegnate in base alle gare, queste sono le nuove regole del DL Concorrenza che lunedì 30 maggio sarà approvato al Senato per poi passare alla Camera dove verrà affrontato il nodo dei Taxi. L’intento del Governo è di chiudere nel più breve tempo possibile per avere il tempo di definire i decreti attuativi entro la fine dell’anno, scadenza fissarta dal Pnrr.
Ma l’iter è tutt’altro che in discesa, perché I deputati della Lega Elena Maccanti, capogruppo in commissione Trasporti, ed Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture, hanno già dicharato che verrà chiesto lo stralcio dell’art 8 che contiene la delega al Governo ad adottare un decreto legislativo per rivedere la disciplina del trasporto pubblico non di linea.
Per il legislatore una delle funzioni dell’art 8 sarebbe proprio quella di agevolare “la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”.
Sul tema è intervenuto anche Mattia Crucioli che in una nota ha sottolineato come centro sinistra e centro destra si stiano preparando a votare in sintonia il Decreto Concorrenza.
Dl concorrenza, strada spianata alle multinazionali
“Mentre il centrosinistra genovese fa della difesa dei servizi pubblici uno dei suoi cavalli di battaglia e il centrodestra si vanta di aver mantenuto la mano pubblica per alcuni servizi locali, i partiti di entrambi gli schieramenti si preparano a votare a Roma il Decreto Concorrenza, che di fatto spianerà la strada alle privatizzazioni, in particolare nel settore Trasporti – afferma Mattia Crucioli, candidato sindaco della lista Uniti per la Costituzione – Lunedì, in Senato, voterò convintamente contro questo decreto, secondo il quale i servizi pubblici locali dovranno essere gestiti attraverso gara. Questo vale anche per il settore Trasporti che solo in casi eccezionali, e previa periodica verifica, potrà essere amministrato direttamente dal Comune attraverso le società in house. Andiamo incontro a una modifica radicale, che farà tabula rasa del servizio pubblico e questo accade tra il silenzio dei sindacati e dei media nazionali.
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