Resta il nodo del varco di Ponente e della gronda che vieta ai Tir di percorrere la A10 nel ramo tra Aeroporto e Pra’. Come si separeranno i flussi?
Genova – L’obiettivo è la separazione del traffico cittadino da quello portuale. La sfida è un ponte a due piani di 3.800 tonnellate.
“Probabilmente è l’opera più iconica perché è il terzo attraversamento del torrente Polcevera. Sarà lungo 98 metri e avrà due piani” spiega il direttore dei lavori Fabrizio Mansueto, nel corso del sopralluogo con i media organizzata dall’Autorità di sistema portuale per fare il punto sui lavori che cambieranno il futuro dello scalo genovese con 2,3 mld di euro già stanziati per lavori stradali, ferroviari e opere marittime.
Il ponte del Papa sarà il prolungamento della Sopraelevata portuale e consentirà a tir e auto di attraversare il Polcevera senza uscire dalle aree portuali.
“A oggi siamo al getto delle fondazioni, che inizieranno il 6 giugno. Sono anche arrivate in stabilimento le prime 500 tonnellate di acciaio delle tremila necessarie per la costruzione del ponte – spiega ancora Mansueto – e stanno iniziando a lavorarle”.
Intorno a dicembre prossimo i pezzi saranno assemblati nell’area alle spalle del ponte che dovrebbe essere messo in posizione fra gennaio e febbraio tramite dei carrelli.
Il termine lavori è previsto in tre anni, ma l’obiettivo è anticipare la consegna del piano inferiore, “per scaricare il più possibile la viabilità a raso”.
Il ponte, come detto, avrà due impalcati sovrapposti e otto corsie: “Una corsia per senso di marcia più le due di emergenza al piano di sotto. Due corsie verso la Lanterna e altre due verso l’aeroporto, in quello di sopra. Un’infrastruttura decisamente grossa”.
Tutto questo, lo abbiamo detto, per separare i flussi.
Resta però un nodo da sciogliere. Il ponte del Papa è funzionale al nuovo varco di ponente che sarà collocato a mare della Guido Rossa (zona Ex-Ilva per intenderci) e servito da questo viadotto a due piani, dalla riattivata sopraelevata portuale e collegato al nuovo viadotto Pionieri e Aviatori d’Italia.
Idealmente tutto bene perchè il nuovo varco avrebbe il compito di coprire le relazioni portuali da e per il Ponente. Nella pratica invece qui entra in campo la gronda e nascono i problemi.
La gronda si allaccia agli svincoli che delimitano l’area cittadina – Genova Est, Genova Ovest e Bolzaneto – ed è un percorso obbligato nel senso che i Tir non possono percorrere la A10 tra i caselli di Aeroporto e Pra’. Per cui i camion che escono dal nuovo varco di ponente e devono andare verso la A10 o la A26 devono percorrere ponte San Giorgio, svoltare verso nord per arrivare a Bolzaneto e qui imboccare la gronda che finalmente gli permetterà di procedere verso ponente, sulla A26 o la A10. Lo stesso per i Tir in entrata. A questo punto siamo sicuri di non trovarceli di nuovo tutti a imbottigliare la viabilità cittadina?
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.