Camorra, 9 arresti. In manette anche Di Nardo, era uscito dal carcere grazie a una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Dalle indagini è emersa l’intenzione del clan Mallardo di mettere in atto azioni intimidatorie nei confronti dei carabinieri che lavorano all’inchiesta

Napoli – Altre nove persone sono state arrestate nell’ambito delle indagini della Dda di Napoli. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Giugliano in Campania, hanno eseguito un decreto di fermo di delitto nei confronti di nove soggetti raggiunti, a vario titolo, da gravi indizi di colpevolezza per i reati di estorsione, consumata o tentata, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, tutti aggravati dalle finalità e modalità mafiose.

Dalle indagini è emersa l’intenzione del clan di mettere in atto azioni intimidatorie nei confronti dei carabinieri che lavorano all’inchiesta. Le indagini hanno permesso di dimostrare la piena operatività del clan camorristico Mallardo, attivo nella città di Giugliano in Campania, che insieme ai clan Licciardi e Contini fa parte della ‘Alleanza di Secondigliano’, il cartello che aggrega i gruppi criminali insediati in un’ampia porzione del territorio metropolitano di Napoli.

L’inchiesta ha consentito di evidenziare la presenza di un’articolazione del clan che agiva nel territorio della fascia costiera del territorio in questione, in possesso di armi comuni da sparo e dedita, principalmente, alle estorsioni ai danni di imprenditori edili, concessionari di auto, ristoratori, nonché all’imposizione nel conferimento degli oli esausti ai commercianti della zona e all’attività di riscossione e recupero dei crediti. Sono 15 gli episodi contestati.

Tra gli arrestati figura anche Michele Di Nardo, considerato esponente di rilievo del clan e scarcerato a ottobre del 2021. Il luogotenente dei Mallardo era finito in manette nel 2013 dopo alcuni mesi di latitanza. Condannato a 10 anni di reclusione, era uscito in anticipo perchè la sua difesa aveva fatto leva su una sentenza pilota della Corte Europea dei Diritti dell’ìUomo che aveva condannato l’Italia per il sovraffollamento nelle carceri, la cosiddetta “sentenza Torreggiani”.

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