Cosa Nostra, arrestato per voto di scambio candidato di Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo

L’uomo sarebbe vicino ai Sansone, proprietari della villa di via Bernini dove Totò Riina trascorse gli ultimi mesi prima dell’arresto

Palermo – Pur di ottenere i voti avrebbe stretto un patto con i boss del quartiere Uditore, i costruttori Sansone, da sempre ritenuti dagli inquirenti vicini a Totò Riina. Così la Polizia ha tratto in arresto per scambio elettorale politico-mafioso Pietro Polizzi, 52 anni, uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo.
Secondo la Procura del capoluogo siciliano, Polizzi avrebbe siglato un accordo in vista delle elezioni del 12 giugno. In manette sono finiti anche Agostino Sansone e un suo collaboratore, Manlio Porretto. Sansone, nello specifico, è fratello di Gaetano, il proprietario della villa di via Bernini dove Riina trascorse gli ultimi mesi prima dell’arresto.
Del padrino corleonese i Sansone sono stati da sempre fedelissimi.

Le indagini della Mobile che hanno portato all’arresto di oggi sono coordinate dal procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Palermo, Paolo Guido, e dai sostituti Dario Scaletta e Giovanni Antoci.
A inchiodare il politico ci sarebbero delle intercettazioni tra cui una, recentissima, che avrebbe registrato la promessa di appoggio da parte di Sansone a Polizzi. E proprio le intercettazioni hanno indotto i pm a richiedere la misura cautelare al gip, Alfredo Montalto, che l’ha emessa in pochi giorni consentendo la chiusura delle indagini in tempi record.
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Solo poche settimane fa, il 10 maggio, ci sarebbe stato un incontro proprio tra Polizzi e Agostino Sansone: quest’ultimo avrebbe assicurato il suo appoggio in cambio di favori una volta che il candidato fosse stato eletto.

Le reazioni della politica

Il coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Micciché, appresa la notizia ha subito detto: “Chiedo scusa innanzitutto ai nostri elettori. Polizzi ha causato un danno di immagine a Forza Italia, e se dovesse essere rinviato a giudizio, Forza Italia si costituirà parte civile”.
Tra i primi commenti, anche quello del presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che, proprio nel giorno dell’arresto, si apprestava a lasciare il capoluogo siciliano dopo il suo tour elettorale a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Franco Miceli. “Lascio Palermo più inquieto che mai. Sarà la magistratura ad accertare i fatti – ha sottolineato il leader pentastellato – certo, non spetta ai politici o ai cittadini. Spetta però alla politica e alla parte sana di Palermo voltare pagina”.

Un terremoto per il candidato sindaco del centrodestra, Roberto Lagalla, che nelle scorse settimane era già stato al centro della polemica per l’appoggio elettorale ricevuto da Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro. “Questa storia, se vera, non potrebbe che trovare la nostra più assoluta disapprovazione”, ha commentato.
Secondo il candidato sindaco del centrosinistra, Franco Miceli, invece, l’arresto di Polizzi sarebbe frutto “dell’ambiguità di Lagalla – ha detto – il re, come si dice, è nudo. E non basteranno delle frasi di circostanza espresse con malcelato imbarazzo a mascherare la realtà”.

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